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Briciole di pane

L'Automobile Club d'Italia ha compiuto 110 anni

I servizi offerti ancora oggi facilitano la vita ai cittadini, senza gravare sulle istituzioni

Roma, 27 gennaio 2015 - Era il 23 gennaio del 1905 quando 9 gentiluomini membri degli Automobile Club di Torino, Firenze, Milano e Genova si riunirono nel capoluogo piemontese per dare vita ad un ente unico che potesse fungere da interlocutore tra Stato ed utenti della strada: l’Automobile Club d’Italia.
Era il 1905 e le automobili in circolazione erano ben lontane dai numeri odierni, si contavano per l’esattezza 2.229 macchine, mentre la rete stradale doveva ancora adeguarsi al passaggio epocale da una mobilità a cavallo a quella sulle quattro ruote.


Il progresso, comunque, non si sarebbe arrestato, tanto che nel 1923 si rese indispensabile definire un primo Codice della Strada. Alla sua stesura ACI diede un importante contributo, suggerendo, ad esempio, un principio che oggi appare scontato ma che un tempo fu fondamentale: la circolazione sulla destra delle carreggiate.
Dopo un’interruzione delle attività dovuta allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, l’Automobile Club riprenderà il suo lavoro nel 1922, anno in cui nacquero altri Club locali, quello del Veneto, di Terni e di Roma. Tornano ad essere anni di fermento per l’automobilismo, tanto che solo nel 1926 si arrivò ad un totale di 50 Automobile Club disseminati sul territorio nazionale e di quasi 10.000 soci.
Il boom economico del secondo dopoguerra ed in particolare i successi del settore automobilistico consentirono poi uno sviluppo ancor più consistente dell’associazione, i cui iscritti passano dai 43.500 del 1945, ai 305.500 del 1960.
 

Sarà comunque il decennio 1974-1984 il periodo decisivo per la definitiva affermazione e per lo sviluppo dell’Automobile Club, che raggiungerà oltre due milioni di soci ed amplierà la sua offerta all’utenza, tra soccorso stradale, assistenza telefonica e servizi di informazione per gli automobilisti.
 

Dopo 110 anni, oggi ACI è una realtà consolidata e radicata sul territorio, consapevole e orgogliosa del suo importante passato, ma capace anche di guardare alle sfide del domani. “ACI è l’auto dell’Italia- ha dichiarato il presidente Angelo Sticchi Damiani- . La nostra storia costituisce le più solide fondamenta per il futuro della mobilità nel Paese. L’esperienza accumulata in 110 anni a servizio degli automobilisti ci permette di garantire verso la collettività e lo Stato un’azione efficiente ed innovativa a supporto costante dell’economia, della società, della sicurezza stradale, della salvaguardia ambientale e dell’ammodernamento della Pubblica Amministrazione. Forti di un così grande know how, forniamo allo Stato nuovi e vantaggiosi servizi che facilitano la vita ai cittadini, consentono notevoli risparmi per le istituzioni e garantiscono nel tempo i più grandi benefici in termini di semplificazione delle procedure e contenimento dei costi della P.A.”.
 

Chiara Natalini