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Briciole di pane

Le vie dell'Italia Unita: la politica stradale italiana nell'epoca delle ferrovie (1850-1900)

Il saggio di Cristina Badon ripercorre tutta la legislatura che ha regolamentato la moderna rete stradale italiana

Roma, 13 settembre 2011 - Cosa poteva rappresentare meglio delle strade l’unificazione dell’Italia? A quel tempo, quel Paese che non era ancora una Nazione, viveva in un’atavica condizione che separava, non solo storicamente e socialmente, un popolo, che privo delle sue infrastrutture era lontano dall’evoluzione industriale ed economica di altri Stati Europei come la Germania, l’Inghilterra e la Francia. E quel mondo fatto di pastori, dove le strade locali non erano che “mulattiere”, erano lo sfondo di una natura incontaminata e di una società arcaica, specie al sud, che aveva fatto del brigantaggio una condizione eroica, un modo per vivere, sopravvivere e sfamarsi lottando proprio su quei polverosi selciati. Uomini che erano i padroni di quei luoghi, “ribelli” che ancora non comprendevano una Unità sancita da poteri politici.

L’Italia ora era uno Stato e doveva dimostrarlo: a cominciare dal suo aspetto esteriore. Così, per dimenticare quel mondo preunitario, fatto di tante realtà e problematiche, era necessario seppellirlo sotto una diversa denominazione della viabilità: strade nazionali, provinciali e comunali. Le mulattiere, che di fatto esistono ancora oggi, dovevano scomparire. Era giunto il momento, per l'Italia, di riuscire a far parte di quel mondo civilizzato tanto agognato e per definirlo tale sarebbero state necessarie le infrastrutture stradali: il biglietto da visita di una Nazione che voleva eguagliarne altre già avanzate nell’era scientifica. Il saggio di Cristina Badon, Le vie dell’Italia Unita – La politica stradale italiana nell’epoca delle ferrovie (1850-1900), pubblicato dalle edizioni Nerbini nella collana Territori, si sofferma in particolare sugli sforzi legislativi compiuti dal giovanissimo governo italiano nell’arco di cinquant’anni.

In quel momento storico, secondo gli studi della ricercatrice di Storia economica e sociale degli Stati preunitari dell’Università L’Orientale di Napoli, il miglioramento e la costruzione di una rete viaria fitta vedeva grossi problemi di realizzazione soprattutto nella zona meridionale del Paese, che ne era quasi totalmente priva - i Borboni avevano realizzato strade solamente nei luoghi che collegavano le proprie dimore in Campania - e soprattutto nei tratti comunali. Secondo alcune legislazioni via via promulgate e poi rettificate, il governo delegò gli organismi locali a provvedere economicamente a tale situazione; a seconda che le strade avessero una necessità che riguardava il comune o la provincia.

Certo, lo Stato erogava anche alcuni finanziamenti specifici al riguardo, ma i costi maggiori sarebbero gravati sugli enti locali. Ovviamente, questa soluzione era a dir poco impensabile considerando che comuni e province erano poverissimi e non possedevano fondi nemmeno sufficienti per lavori di manutenzione, figurarsi poi di costruzione. Di conseguenza, quasi nessuno riuscì ad adempiere al compito, generando una legislazione, negli anni, sempre più complessa e atta a favorire in qualche modo una costruzione lenta e frammentata delle infrastrutture nazionali. Minuziosamente, Badon racconta tutti i passi compiuti sia dalla destra storica che dalla sinistra e le lente risposte delle istituzioni locali, che col tempo, anche grazie agli aiuti statali, cercarono di gettare le basi della moderna viabilità nazionale.

Nel testo, oltre all’aspetto istituzionale, si evincono vizi e virtù che avrebbero caratterizzato il nostro Paese nel tempo: la lentezza nelle costruzioni, lo spreco di denaro pubblico, ma anche un desiderio tangibile di realizzare infrastrutture pubbliche che fossero al pari con l’estero. La popolarità della viabilità stradale inoltre se la vide con un grande concorrente: la ferrovia, che prese piede in Italia in maniera più organizzata e capillare. All’alba di una lotta di costi e benefici dei due mezzi di comunicazione che tiene desta ancora oggi l’opinione pubblica.

Le vie dell’Italia Unita – La politica stradale italiana nell’epoca delle ferrovie (1850-1900) Autrice: Cristina Badon Casa editrice: Nerbini Collana: Territori Pagine: 160 Prezzo: 16,00 €

Erminio Fischetti