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Briciole di pane

L'Unesco annette al proprio patrimonio otto siti della Via Sacra Longobardorum in Italia

Firmato l'accordo con i comuni coinvolti nella Worl Heritage List

L’Unesco ha finalmente riconosciuto anche la Via Sacra Longobardorum, attraverso otto siti riconducibili alla cultura e all’arte longobarda, come Patrimonio dell’Umanità. Un passo importante per la salvaguardia dei luoghi che sono stati la punta di diamante per la costruzione e la diffusione di una delle culture esemplari per lo sviluppo di quella italiana. L’itinerario, inserito nel programma “Unesco Italia Langobardorum - Centri di potere (568-774 d.C.)”, riguarda ovviamente quello che conduce da Mont Saint-Michel in Francia fino al monastero di S. Michele Arcangelo a Monte Sant’Angelo in provincia di Foggia. Spesso si crede anche che tale via sia un percorso unico, in realtà fa parte di quello più vasto della Via Francigena. La sua storia comincia nel corso dell’alto medioevo, quando la figura di San Michele Arcangelo ottenne vasti consensi nell’ambito ecclesiastico e dei semplici fedeli e pellegrini. I viaggiatori, così, costruirono, nel tempo e per mezzo della sofferenza fisica dei loro lunghi itinerari, una via che non attraversasse la costa Adriatica, bensì quella tirrenica per poi tagliare attraverso la Via Appia verso Benevento fino ad arrivare a Monte Sant’Angelo. Gli otto luoghi designati comprendono l’area della Gastaldaga con il Tempietto Longobardo e il Complesso episcopale con i resti del palazzo patriarcale di Cividale del Friuli; il monastero di San Salvatore-Santa Giulia di Brescia; l’area del ‘castrum’ con la torre di Torba e la chiesa di Santa Maria foris portas di Castelseprio; la Basilica di San Salvatore a Spoleto; il tempietto del Clitunno a Campello; il complesso di Santa Sofia con la chiesa e il chiostro di Benevento e, ovviamente,il Santuario di San Michele a Monte Sant’Angelo. Rimane escluso, invece, in provincia di Salerno, il percorso di San Pietro a Corte con la sua bellissima Chiesa, una decisione che non è stata accettata senza un certo numero di polemiche. Il Piano di Gestione del progetto è stato siglato il 9 gennaio 2011, mentre la lista definitiva a Parigi lo scorso 25 giugno, presso il Ministero dei Beni Culturali; l’accordo tra il suddetto Ministero è avvenuto con le Regioni Lombardia, Friuli, Umbria, Campania e Puglia, le Province di Udine, Brescia, Varese, Perugia, Benevento e Foggia, i Comuni di Cividale del Friuli, Brescia, Castelseprio, Gornate Olona, Spoleto, Campello sul Clitunno, Benevento e Monte Sant’Angelo, le diocesi di Spoleto, Norcia, e Benevento, la Basilica di San Michele Arcangelo, la Parrocchia di S. Maria Assunta, l’Ente Parco Nazionale del Gargano, la Comunità Montana del Gargano, il FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano, il Centro Italiano di Studi sull’Alto Medioevo e il Centro di Studi Micaelici e Garganici. L’arte e la storia longobarda, messa spesso in ombra nei secoli da quella di altre popolazioni meno spartane e fondamentale alla crescita e alla cultura italiana, necessita di una rivalutazione storica e ideologica e il turismo culturale, grazie anche a questa decisione dell’Unesco, si spera possa permetterne un’attenzione maggiore. Un avvenimento che nell’anno dei 150 anni dell’Unità italiana porta a riflettere (e si spera sia davvero così) sulle origini e l’evoluzione storica, morale, sociale e politica della nostra penisola. Un popolo, quello longobardo, che arrivato in Italia riuscì a fare sue le tradizioni locali di origine romana, la spiritualità cristiana e a mescolarle con i propri usi e costumi nordici. A testimonianza di una globalizzazione antica di sapiente virtù; una grande riflessione sulla tolleranza e la convivenza fra i popoli.

Erminio Fischetti