Mostra, "16 ottobre 1943. La razzia degli ebrei di Roma"
Per il 70° anniversario del rastrellamento delle SS nel ghetto romano mostra al Vittoriano
Roma, 23 ottobre 2013 - Alba del 16 ottobre 1943. È ancora buio quando a Roma intorno a via Portico d’Ottavia, nel ghetto romano, le SS irrompono nelle case per prelevare la popolazione ebraica e condurla via. La prima meta è il Collegio Militare di Palazzo Salviati in via della Lungara. La seconda è: Auschwitz. Durante quella mattinata fra le 5,15 e le 14,00 circa di quel 16 ottobre ben 1259 verranno prelevati e portati via: 207 bambini, 363 uomini e 689 donne. Molti verranno rilasciati perché stranieri e/o di “sangue misto”, ma ben 1023 verranno deportati nel campo di concentramento più noto. 820 appena arrivati vengono portati direttamente alle camere a gas perché considerati inabili al lavoro. Restavano 154 uomini e 47 donne. Alla fine della guerra solamente 16 di loro torneranno vive. Tutti adulti, nessun bambino, una sola donna, Settimia Spizzichino, nota per il suo lavoro testimoniale attivo fino alla sua morte avvenuta nel 2000 all’età di 79 anni. Questi i numeri di una delle tante, infinite, tragedie degli anni della seconda guerra mondiale che riguardano in particolare il tema scioccante della Shoah. Sono passati settant’anni da quel giorno.
Molte le commemorazioni durante la giornata del 16 ottobre scorso che hanno invaso la capitale, ironia della sorte un anniversario decorso il giorno successivo il funerale di Priebke. In primis, una cerimonia al Tempio Maggiore di Roma alla presenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, un’Assemblea capitolina tenutasi nel pomeriggio, il cui articolo 8 dello Statuto ricorda: “Roma Capitale elegge il 16 ottobre giornata simbolo del rifiuto di qualsiasi forma di violenza, a perenne monito contro ogni manifestazione di intolleranza ideologica, razziale e religiosa”, una fiaccolata dal titolo semplice, che non lascia spazio ad altri commenti: “Non c’è futuro senza memoria”. Tante, numerose le iniziative, ufficiali, burocratiche, ma soprattutto umane. Ma forse quella che racconta visivamente quel giorno, quella che meglio rende il dolore e la consapevolezza di quell’atto è la mostra che si terrà al Vittoriano fino al 30 novembre: “16 ottobre 1943. La razzia degli ebrei di Roma”.
Questo il tiolo della mostra organizzata dalla società Comunicare Organizzando, promossa da Regione Lazio, Roma Capitale e Provincia di Roma e curata dalla Fondazione Museo della Shoah di Roma e dal suo direttore Marcello Pezzetti. Circa trecento foto, raccolte da archivi pubblici e privati in anni di ricerca, raffigurano parte di quei deportati: foto quotidiane, al mare, in vacanza, bambini, adulti, nonni, nipoti. Vite che sono state tutte unite da un unico tragico destino: la reclusione ad Auschwitz. Volti normali inquadrati nella loro quotidianità, convenzionalità e poi il dolore, la sopraffazione, la morte. Una mostra che lascia perfettamente intendere il senso di follia di un’azione che ha lenito persone come tante in un momento privo di una lucidità morale. Vedendo quelle foto si comprendono molte cose, forse molte di più dei convegni e delle commemorazioni, che sono comunque sempre necessari per ricordare e portare alla luce un passato terribile. In quel contesto si vedono le persone, nella loro normalità, sorridenti, serene, come tante altre, che poi sono state schiacciate da una follia, quella sì anormale, terribile, incomprensibile. Quello fu il più terribile rastrellamento di ebrei in territorio italiano. Ricordiamolo perché quel passato non solo non è così remoto, ma ancora oggi è presente in tante forme in angoli della terra di cui ignoriamo l’esistenza.
COMPLESSO DEL VITTORIANO 17 ottobre – 30 novembre 2013 Sala Zanardelli, Ingresso Ara Coeli dal lunedì al giovedì 9.30- 18.30 • venerdì, sabato e domenica 9.30 – 19.30 l’accesso è consentito fino a 45 minuti prima dell’orario di chiusura. Entrata libera.