"Noi non blocchiamo il traffico, noi siamo il traffico": i primi 20 anni di Critical Mass
A San Francisco si festeggia il compleanno della rivendicazione della bicicletta. Verso un mondo dai ritmi più sereni
È dovuto poi passare un altro secolo affinché la bicicletta potesse trovare la sua rivendicazione sull’automobile per mezzo di “Critical Mass”, un gruppo di ciclo attivisti che per la prima volta si riunì a San Francisco l’ultimo venerdì di settembre del 1992 attraverso una “non manifestazione” in bicicletta. Lo scopo: tornare a casa dal lavoro in bici. Fu quello l’inizio di una rivendicazione culturale e sociale di un mezzo di trasporto al quale affidarsi senza per questo dover inquinare o ingombrare le strade. Da quell’incontrò nacque lo storico slogan che contestava la supremazia dell’automobile: “Noi non blocchiamo il traffico, noi siamo il traffico”. Da allora ogni ultimo venerdì del mese un gruppo di “non manifestanti” si riunisce per andare insieme in gruppo in bicicletta, un’iniziativa che piano piano si è trasformata in un evento mondiale in oltre 500 città del globo, comprese Milano e Roma. Quest’anno per festeggiare il ventennale della nascita di “Critical Mass”, la cui iniziativa viene attribuita a Chris Carlsson, figura straordinaria della San Francisco “alternativa”, il prossimo 28 settembre a San Francisco si svolgerà il più grande incontro di sempre di “Cm”, che ne frattempo è stata ribattezzata con il suo acronimo per evitare problemi con le autorità che facilmente scambiano i loro incontri per manifestazioni non autorizzate.
"In realta' non l'ho inventata – dichiara Carlsson al blogger Bicizen -. Semplicemente è iniziata all'interno di un gruppo di amici, forse 20 o 30 persone, tutti ciclisti di vario genere che discutevano di biciclette e politica da più di un anno. Da questo gruppo è emersa l'idea di andare insieme a casa una volta al mese tutti in gruppo in bici e così abbiamo cominciato a considerarla una 'coincidenza organizzata'. I partecipanti alla ‘Critical Mass’ avevano ognuno motivazioni differenti; la mia motivazione è stata la morte dello spazio pubblico nella nostra società, il ridursi della vita umana al vendere e comprare ed il bisogno di aprire un nuovo spazio politico e sociale". Pare che il nome “Critical Mass” sia stato coniato dal regista Ted White, che proprio nel 1992, realizzò un documentario, un cortometraggio di 27 minuti, “Return of the Scorcher” nel quale filmava i primi incontri di queste persone che andavano in gruppo in bicicletta, contribuendo così a far conoscere l’iniziativa in tutto il mondo e a generarne altre. White con questa espressione sottolineava la dissidenza di un gruppo di individui verso quello stile di vita “mainstream” che campeggiava, e che campeggia ora più che mai, nelle città. E in fondo l’automobile è un oggetto che rappresenta perfettamente quello stile di vita incasellato nella vita di cittadini della media borghesia non solo americana. Le “critical mass” non solo circolano in bicicletta ma si incanalano verso uno stile di vita che si armonizza con la natura, alla scoperta e alla ricerca di un’esistenza più semplice e dai ritmi rilassati.
Nel frattempo per prepararsi all’evento, ormai alle porte, del prossimo 28 settembre, Carlsson, con Lisa Ruth Elliott e Adriana Camarena, ha realizzato un libro di testimonianze collettive di alcune delle Cm sparse in tutto il globo che raccontano la loro esperienza. È nato così il volume “Shift Happens – Critical Mass at 20” pubblicato dalla Full Enjoyment Books e che sarà presentato il prossimo 26 settembre nella San Francisco Main Library-Latino Hispanic Room. Un punto di vista originale delle visioni di un mondo completamente diverso da quello a cui siamo abituati. Se vi capita di passare da San Francisco in quei giorni prendete la vostra bicicletta e fate un salto al raduno o semplicemente potete fare traffico in modo diverso nella vostra città sperando che prima o poi potremo tutti noi gettare via le nostre mascherine antismog e respirare a pieni polmoni!