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Noir ferroviario

Appena pubblicato un giallo tutto basato sul gioco ad incastro degli orari dei treni

Un giallo ferroviario. Affascinante, unico, da leggere con attenzione. Può essere definito così “Tokyo Express” di Matsumoto Seichō, pubblicato da poco in una bella versione in italiano da Adelphi.

Il libro è un giallo vero ambientato in Giappone che inizia dal ritrovamento all’alba in una cala rocciosa della baia di Hakata (collocata in una delle isole che formano geograficamente il Paese), dei corpi di un uomo e di una donna. Giovani, belli, l’uno accanto all’altra, le guance accese che indicano chiaramente l’assunzione di cianuro. Un suicidio. Questa almeno l’apparenza dei fatti. Che non convince però due poliziotti.

Le indagini iniziano, prima incerte poi sempre più definite, convulse e avvincenti. Ricerche basate tutte sul gioco degli orari dei treni che attraversano l’intero Giappone e sui quali si dipana un mistero che diventa sempre più chiaro. A svelarsi una brutta storia di corruzione nelle forniture statali, ma anche una macchinazione ai danni di una ragazza innocente. Ma anche una mente geniale, e perversa, capace di gestire il tempo e gli orari dei treni in un modo inaspettato. Il racconto e la soluzione del giallo, si reggono infatti sul gioco degli orari, degli scambi di convoglio, delle attese fra una partenza e  l’altra. E sulle apparenze.

Quello di Matsumoto Seichō è così un giallo che aiuta a capire anche qualcosa in più della vita.  Verso la fine della storia uno dei protagonisti scrive: “Le persone tendono ad agire sulla base di idee preconcette, a passare oltre dando troppe cose per scontate. E questo è pericoloso. Quando il senso comune diventa un dato di fatto spesso ci induce in errore”. Con ragione Matsumoto Seichō è stato definito il Georges Simenon giapponese.

Tokyo Express, Matsumoto Seichō (Adelphi, 2018)

Andrea Zaghi