Flash news Infrastrutture:
 
 

Briciole di pane

Oltre 180 anni di storia nel Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa

Lo storico e affascinante complesso si estende vicino Napoli lungo un’area di 36mila mq

Il Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa ha, si può dire, gli stessi anni delle ferrovie italiane. Gli edifici che oggi ospitano il museo sono infatti i padiglioni del Reale Opificio Meccanico, Pirotecnico e per le Locomotive, che è stato fondato da Ferdinando II di Borbone nel 1840 per affrancare il Regno delle Due Sicilie dalla supremazia tecnica inglese e francese. Qui furono montate le prime locomotive italiane. Una scelta strategica già all’epoca dopo che il 3 ottobre 1839 era stato costituito il primo tratto ferroviario italiano, la linea Napoli‐Portici. Ubicato tra Napoli e Portici e tra il mare e il Vesuvio, proprio sul primo tratto di ferrovia peninsulare, il sito rappresenta un unicum in Italia sia per la ricchezza dei materiali conservati, sia per il fascino della sede estendendosi lungo un'area di 36mila metri quadrati.

L’importanza del museo è cresciuta grazie agli interventi di restauro del 2014 e del 2017, quando in particolare sono state restaurate le architetture dei padiglioni ottocenteschi e gli spazi esterni valorizzati con la piantumazione del Giardino del Mediterraneo, con piante provenienti da tutto il mondo, e un nuovo parapetto in vetro per la terrazza sul lungomare, che offre una vista unica sul Golfo di Napoli. Anche le nuove tecnologie hanno favorito le nuove attività del museo: una sala cinema, una sala congressi e le nuove modalità di visita interattiva, con sistemi di realtà virtuale ed applicazioni dedicate.

Fra i tesori custoditi all’interno del Museo la collezione unica in Europa di locomotive e carrozze storiche, parte importante della storia dello sviluppo industriale italiano. Essenziale ricordare la carrozza del re, commissionata alla Fiat con un allestimento interno curato dall’architetto Giulio Casanova, che serviva per i viaggi del re e della sua famiglia. La locomotiva doveva essere dotata delle più moderne tecnologie disponibili. Consegnato nel 1929, il nuovo treno reale disponeva di tre carrozze, una per la regina, una per il re (perduta nel secondo conflitto mondiale) e la sala da pranzo. Con la fine della monarchia, vennero apportate alcune modifiche alle decorazioni, eliminando i riferimenti alla Casa reale e al regime fascista. Altrettanto “storico” il treno presidenziale, consegnato nel 1948. Aveva in composizione la vettura salone Sz 1, già appartamento della regina, cui furono aggiunte altre tre nuove carrozze e, in seguito, il fastoso salone Sz 10, la vettura sala da pranzo del treno reale, oggi a Pietrarsa.

Un’altra chicca da poter vedere all’interno della sala cosiddetta "Cattedrale", così chiamata per la sua struttura con archi a sesto acuto, è il plastico “Trecento treni”, composto di un'estensione di circa 40 metri quadri, che rappresenta le stazioni di Firenze Santa Maria novella e Bologna Centrale da cui si diramano dei binari che giungono fino ad un'area collinare. Un tempo era ubicato nella stazione di Roma Termini, completato il restauro, è perfettamente funzionante per la gioia di grandi e piccini.

Pietrarsa, però, non è soltanto un luogo di conservazione, ma anche di scoperta, con un percorso di visita interattivo, un vero e proprio polo culturale, dove trovano spazio anche eventi e incontri organizzati nel nuovo centro congressi.

Come si legge sul sito ufficiale della Fondazione FS Italiane alle pagine dedicate al museo, Pietrarsa rappresenta il primo nucleo industriale italiano (precede di 44 anni la fondazione della Breda e di 57 quella della Fiat), attivo fino agli anni ’70 del ‘900, quando l’affermarsi delle locomotive elettriche e diesel determinò il declino dei mezzi a vapore e, insieme, dell’opificio. Nel 1977 le officine furono destinate a diventare museo ferroviario, inaugurato nel 1989 dopo i lavori di adeguamento.

Il Museo pertanto trova all’interno della Fondazione il suo ruolo di riscoperta e divulgazione della storia delle ferrovie italiane. Costituita nel 2013, oltre al Museo di Pietrarsa, la Fondazione FS Italiane riunisce sotto la sua tutela un parco di rotabili storici composto da 400 mezzi, i fondi archivistici e bibliotecari, il museo di Trieste Campo Marzio e le linee ferroviarie un tempo sospese, oggi recuperate ad una nuova vocazione turistica con il progetto “Binari senza Tempo”.

 Per visitare il museo: https://www.fondazionefs.it/content/fondazionefs/it/esplora-il-museo/visita-pietrarsa.h