"Parcheggi rosa", non solo un gesto di cortesia
Proposta di legge, all'esame della Commissione Trasporti, per inserirli nel Codice della strada

Ma cosa vi costa essere cortesi? Certo, è vero: in punto di diritto i "parcheggi rosa" non esistono. Il Codice della Strada (Cds) non li prevede. Ma piccole attenzioni come questa, in tempi così difficili per più motivi, rendono migliore, in fondo, il nostro essere comunità. In molte città sono già presenti. Considerato che il Cds non li prevede, chi li occupa, infischiandosene di tutto il resto, non è soggetto, comunque, ad alcuna sanzione amministrativa.
L'articolo 7, comma 1, lettera d), stabilisce che i comuni, con Ordinanza del Sindaco, possono “riservare limitati spazi alla sosta dei veicoli degli organi di polizia stradale di cui all'art. 12, dei vigili del fuoco, dei servizi di soccorso, nonché di quelli adibiti al servizio di persone con limitata o impedita capacità motoria, munite del contrassegno speciale, ovvero a servizi di linea per lo stazionamento ai capilinea”. Nel dettato normativo vigente, quindi, nulla è previsto rispetto alla possibilità di riservare spazi di sosta ai veicoli nella disponibilità delle donne in dolce attesa. Hanno fatto la loro comparsa agli inizi degli anni 2000, grazie alla sensibilità degli amministratori di alcune città. Sono segnalati da un cartello con il logo di una cicogna e, di solito, la frase: "Diamo la precedenza a chi aspetta”. Sono presenti, in particolare, nelle zone vicine a luoghi da loro frequentati (asili nido, studi medici, ospedali, ecc.).
Una buona notizia è che tra le proposte di legge di modifica al Codice, attualmente all'esame della Commissione Trasporti della Camera, c’è anche quella che prevede l’istituzione dei “parcheggi "rosa". Non è da escludere, dunque, che nel prossimo futuro trovino dignità normativa.
Più che le sanzioni dovrebbe essere il buon senso degli automobilisti a fare la differenza.