Roma, la street art colora il Grande Raccordo Anulare
GraArt, il progetto lanciato da Anas nel 2016, oggi conta 17 murales ispirati alla storia dei luoghi in cui sorgono. Un modo per rafforzare il legame con la comunità locale e per colorare le periferie attraversate dall'arteria più trafficata d'Italia

A distanza di quasi tre anni dal suo avvio, il progetto GraArt, lanciato da Anas per valorizzare alcune aree periferiche attraversate dal Grande Raccordo Anulare di Roma, in particolare cavalcavia e sottopassi pedonali, conta ben 17 murales. Tutte opere realizzate da artisti internazionali chiamati a raccontare – attraverso i propri disegni e con il supporto della scrittrice romana Ilaria Beltramme - la storia di quelli che fino a quel momento potevano essere considerati dei non-luoghi. Ma il Gra non è l’unico “museo a cielo aperto”. Anas ha infatti deciso di estendere il modello GraArt anche ad altre città: sono stati realizzati, infatti, murales anche a Perugia, Galatina e San Sepolcro. Un progetto destinato ad estendersi ancora per continuare a raccontare il territorio.
In un’intervista al settimanale “Il Caffè”, Claudio Arcovito, responsabile sostenibilità e politiche sociali di Anas e capo progetto GRAArt, parla del progetto.
"GRAArt è un progetto di arte contemporanea partito nel 2016 che oggi vanta 17 murales" spiega Claudio Arcovito, responsabile sostenibilità e politiche sociali di Anas e capo progetto GRAArt "Le opere sono distribuite in varie zone contingenti al Grande Raccordo Anulare e raccontano la storia delle aree in cui insistono attraverso un forte legame che le unisce alla comunità locale. Uno studio meticoloso, supportato dalla scrittrice romana Ilaria Beltramme, ha permesso di individuare miti, leggende e storie popolari che hanno ispirato e contestualizzato le opere. Un'attenzione doverosa, considerato che il raccordo è l'autostrada più trafficata d'Italia superando i 160 mila veicoli al giorno oltre ad essere un'icona di Roma. Con questo progetto Anas ha voluto rendergli omaggio, trasformandolo in un museo di arte contemporanea all'aria aperta". I 17 murales che oggi sono presenti lungo il raccordo sono stati realizzati da artisti internazionali selezionati dall'associazione Muro, sotto la direzione artistica di David Vecchiato. A similitudine delle altre capitali europee come Berlino o Madrid, anche Roma ha nelle sue periferie elementi che le identificano, caratterizzandone i luoghi. "La capacità di questa forma artistica di introdursi nel tessuto sociale è sorprendente - dice Arcovito -. C'è stata una scuola media che, a nostra insaputa, ha preso ispirazione dal murales della mummia di Grottarossa per un lavoro scolastico, testimoniando il forte legame che insiste tra l'opera e il territorio. Inoltre i graffiti possono considerarsi una forma efficacissima di tutela per il decoro urbano. È il caso di un sottopasso bistrattato da anni, luogo di accumulo di rifiuti. Con la realizzazione di un'opera, quel posto ha acquisito una nuova identità diventando un patrimonio, protetto dalla stessa comunità locale; ancora può considerarsi significativa la sollevazione popolare che si è verificata a maggio scorso per il ripristino del murales raffigurante lo sbarco di Enea e vandalizzato con scritte contro l'immigrazione. Sono tutte dimostrazioni della percezione comune che la collettività ripone per le opere, valore aggiunto del territorio, patrimonio da proteggere e salvaguardare". Un progetto consolidato ma con ancora molte prospettive. "II programma di valorizzazione del Grande Raccordo Anulare non è concluso ma procede attraverso la realizzazione di altre opere della street art. Inoltre abbiamo recentemente avviato un processo di esportazione del modello Graart lungo le strade statali in gestione ad Anas in altre città come Perugia, in provincia di Lecce e a Catanzaro. Sono momenti di valorizzazione con cui si racconta il territorio e si manifesta l'attenzione sulle infrastrutture supportando gli investimenti dedicati nella manutenzione stradale. Per quanto riguarda il raccordo di Roma stiamo verificando altre aree che possono essere oggetto di questo tipo di intervento. L'ambizione è quella di riuscire a realizzare un percorso turistico culturale alternativo di ampia portata e con riflessi su diversi settori. Il compito non è semplice viste le dimensioni enormi della superficie di Roma e la lunghezza del GRA. Riteniamo comunque ci siano notevoli margini di crescita. Le ricorrenti menzioni del GRAArt sulle riviste d'arte contemporanea e di settore o nelle guide su cosa vedere a Roma, confermano che questa è la strada giusta, ampliare il progetto e rafforzare un matrimonio che funziona bene tra Anas e la street art".