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Briciole di pane

A Roma Termini l'alzabandiera segna il traguardo dei 150 della nazione italiana

La storia della Ferrovia italiana è quasi coetanea con quella dell'Unità

Roma, 22 marzo 2011 - Il cuore dell’Italia, luogo dove si incrociano le destinazioni di ogni angolo della nostra penisola, Roma Termini è stata votata ad emblema dei festeggiamenti dei 150 anni della nostra Unità. Da qui hanno preso il via i festeggiamenti del compleanno della Nazione. Lì una bandiera di 40 metri su un pennone di 32 è stata alzata la sera del 16 marzo e il logo dei festeggiamenti è stato proiettato sull’asse principale della stazione. Di grande rilievo l’attenzione dei media e delle istituzioni all’evento, seguito in diretta nazionale su Raiuno e preceduto da una serie di interventi culturali, in particolare di carattere musicale, al quale ovviamente non poteva mancare l’omaggio al Và pensiero di Giuseppe Verdi nella trasmissione “150”, condotta da Pippo Baudo e Bruno Vespa. Ma in questo specifico caso non c’era Verdi ad accompagnare musicalmente quell’istante, bensì l’inno di Mameli. Piazza dei Cinquecento, dove il tanto atteso evento è avvenuto, era gremita di quasi novemila persone e tra essi non mancavano personalità del mondo politico come La Russa e Letta che hanno commentato facendo riferimento al grande senso di unione e appartenenza che le ferrovie hanno dato e continuano a dare alla penisola.
Ogni cinquant’anni si festeggia un nuovo cinquantennio, per molti è il primo, per tanti altri il secondo e per qualcuno addirittura il terzo. 1911-1961-2011: tre date fondamentali per ricordare il 1861 attraverso tre bandiere; i primi tre cinquantenni dell’Unità di un popolo con le sue differenze, nette e distinte, a volte contraddittorie, a volte non proprio ammirabili, ma pur sempre riconoscibili. Perché, se è anche importante festeggiare, lo è altrettanto fare un punto della situazione del nostro passato e del nostro futuro. E in questo le Ferrovie dello Stato con l’intenso programma organizzato per tutto il 2011 ne sono un vero e interessante esempio, perché consentono ai cittadini di poter seguire mostre e incontri strettamente legati al bagaglio storico delle infrastrutture ferroviarie italiane e allo stesso tempo usufruire di vantaggi attraverso la tecnologia e i servizi odierni messi a disposizione (anche con offerte e sconti più convenienti per il viaggiatore).

La storia della Ferrovia italiana è quasi coetanea con quella dell’Unità. In fondo è la sorella maggiore. Hanno solo ventidue anni di differenza e nasce in una giornata autunnale del 3 ottobre 1839 quando viene inaugurata una linea ai piedi del Vesuvio che collegava Napoli con Portici. Appena sette chilometri, ma fondamentali per dare origine a quella che molto tempo dopo sarebbe diventata una delle più grandi aziende italiane. La Ferrovia nasce quindi sotto il Regno delle Due Sicilie in un periodo storico fondamentale come quello dell’Era industriale, progresso che combaciò con l’ingresso dell’era vittoriana in Inghilterra, paese che insieme ad altri nell’Europa del centro nord in quel periodo trovò uno dei suoi massimi sviluppi. In Italia, però, nonostante un forte desiderio intellettuale e culturale mirasse ad un’era di progresso scientifico si era ancora molto lontani dallo sviluppo del resto d’Europa. Eppure nonostante tutto quel treno fece il suo ingresso a Napoli in quella mattina di ottobre. Simbolo di un progresso a cui si voleva auspicare. La potenza, il simbolo di una Unità che sarebbe arrivata solo molto tempo dopo e che non fu legittimata tanto da quel 17 marzo 1861 quanto dalla costruzione delle infrastrutture di collegamento, in primis dalla costruzione delle principali reti ferroviarie italiane, che nella loro espansione e nel loro funzionamento sono specchio delle varie identità degli angoli più disparati d’Italia.
All’epoca, la Ferrovia come l’Unità era difficile a farsi materialmente a causa dell’accidentata morfologia dello stivale. L’Italia era solo un territorio violentato e confuso da una marea di identità e padroni dai quali non poter sfuggire. E ai quali, per certi versi, si è rimasti legati ancora per lungo tempo. Lo comprendiamo ancora oggi con la musicalità tanto diversa di regione in regione dei nostri dialetti, della nostra arte, della nostra musica. Dire che è importante ricordare l’Unità d’Italia a distanza di 150 anni dalla sua nascita è forse retorico e superfluo, dire che siamo un popolo unito, attento alla nostra Storia e al nostro passato fa parte più della sfera dei sillogismi, dire che Luchino Visconti ci aveva visto giusto sulla natura degli italiani attraverso la sua indimenticabile protagonista di Senso, Livia Serpieri, è una consapevolezza della quale prendere atto. Per questo, la cosa davvero interessante di tutte le iniziative promosse dalle Ferrovie dello Stato è forse il ricordarci che, con le sue diversità, l’Italia compone un mosaico fatto di infiniti pezzi. E ciò non toglie che si può essere uniti pur essendo diversi. L’importante è avere due cose in comune: il rispetto per gli altri e la dignità per se stessi.

Erminio Fischetti