Scompare Scaramuzzi, il papà della Salerno-Reggio Calabria
E' venuto a mancare l'ing. Giuseppe Scaramuzzi
Roma, 8 giugno 2010 - Il giorno 25 maggio 2010 è venuto a mancare l’ing. Giuseppe Scaramuzzi, dopo avere sopportato coraggiosamente gli esiti del temibile male che lo aveva colpito. L’ing. Giuseppe Scaramuzzi, nato nel 1927 a Bari, si era brillantemente laureato in ingegneria nella facoltà del capoluogo pugliese nel 1951. Dopo aver vinto il relativo concorso, aveva prestato servizio nel Genio Aeronautico Ruolo Ingegneri fino al 1956, svolgendo contemporaneamente attività di assistenza universitaria nelle materie strutturali.
Nel 1956, vincendo il relativo concorso – quello attraverso il quale erano entrati nell’Azienda anche Massimo Perotti e Felice Lopes – , aveva optato per l’Anas. Scaramuzzi restò al Compartimento di Bari – sempre svolgendo attività universitaria – fino al 1964, anno nel quale il Direttore Generale dell’Azienda Giuseppe Rinaldi lo volle a capo del nuovo Ufficio Speciale di Cosenza per l’Autostrada Salerno-Reggio Calabria. La vicenda realizzativa dell’Autostrada Salerno-Reggio Calabria aveva preso avvio in ambito aziendale, dopo l’iter legislativo culminato con la seconda grande legge autostradale, la n. 729 del 1961, nota come “legge Zaccagnini”, e le more della procurata disponibilità dei finanziamenti, nel 1962 con l’istituzione dell’ufficio di Reggio Calabria con a capo l’ing. Strati (dalla fine del 1962 l’ing. Mariano Del Papa), dell’ufficio di Cosenza con a capo l’ing. Matera, dell’ufficio di Salerno con a capo l’ing. Mastrangelo (poi l’ing. Oliva) ed essendo Capo compartimento a Catanzaro l’ing. Pennacchietti. Dopo la costituzione dell’Ufficio Speciale per l’Autostrada con sede a Cosenza, nel febbraio 1964, con a capo l’ing. Strati, furono assunti appositamente 250 contrattisti, dopo che per qualche tempo l’intera squadra per l’opera autostradale più difficile e di maggiore impegno dell’intero dopoguerra era rimasta formata da un numero di addetti inferiore a quelle delle dita delle due mani.
Quelli dell’incarico di “papà” dell’Autostrada Salerno-Reggio Calabria dal 1964 al 1969 furono fondamentali per l’Anas, per l’Autostrada e per Scaramuzzi. La vicenda realizzativa come impostata da Scaramuzzi rimase il vero presidio che supportò l’opera fino al suo termine. Alla fine del mandato di Scaramuzzi, l’allora amministratore delegato della Società Autostrade ing. Sergio De Amicis volle fare una visita alla realizzazione dell’Anas: a conclusione della visita, egli offrì a Giuseppe Scaramuzzi e a tutta l’équipe di tecnici che lo aveva assistito di entrare nella società prospettando per i candidati i classici “ponti d’oro” e dicendosi persuaso che con simili tecnici nessun traguardo realizzativo sarebbe stato precluso alle imprese dell’Iri in campo infrastrutturale. Scaramuzzi, dimostrando il suo notevole attaccamento all’Azienda, rifiutò. Successivamente, Scaramuzzi passò a fare l’Ispettore Generale competente per ’Autostrada Salerno-Reggio Calabria, con aggiunta dei Compartimenti di Viabilità di Calabria e di Basilicata, succedendo ai primi Ispettori in ordine cronologico competenti sulla realizzazione della nuova arteria che erano stati l’ing. Foglia e l’ing. Perinetti. In ultima analisi, l’Autostrada Salerno-Reggio Calabria fu costruita in soli otto anni, pur non potendo contare sulla fluidità dell’afflusso di finanziamenti in real time di cui ad esempio aveva goduto l’Autostrada del Sole realizzata dalla Società Autostrade del Gruppo Iri, con costi straordinariamente contenuti e con difficoltà logistiche senza possibili paragoni in Europa. In questo difficilissimo contesto presero vita opere da primato europeo, quali il viadotto Sfalassà progettato dall’ing. Silvano Zorzi e il Viadotto Italia sul fiume Lao progettato dall’ing. Carlo Cestelli Guidi,
rimasto per decenni il viadotto più alto d’Europa prima del nuovo primatista il francese Viaduc de Millau (quello che viene sempre ritratto in fotografia più alto delle nuvole), progettato da Norman Foster e da Michel Virlogeux. Se la Autostrada Salerno-Reggio Calabria con le sue opere d’arte figura sui libri anche internazionali, il merito va ricondotto all’ing. Giuseppe Scaramuzzi.
Dal 1980 al 1985, Scaramuzzi andò a ricoprire la carica di Ispettore per l’Area Nord e al suo posto per la competenza ispettorile sull’Autostrada Salerno-Reggio Calabria subentrarono l’ing. Oliva e poi l’ing. Matera. Nel 1988, Giuseppe Scaramuzzi, non facendo rimpiangere la grande eredità lasciata da Medardo Macori, veniva nominato Direttore Centrale della Direzione Tecnica Ispettiva per le Strade e le Autostrade dello Stato (quella che sarebbe stata poi la Direzione Centrale Lavori). A quest’epoca risale la circostanza mai chiarita che Scaramuzzi fu senza alcuna responsabilità messo in cattiva luce presso il nuovo ministro dei Lavori Pubblici Prandini; a cavallo dell’inizio degli anni Novanta fu mandato a fare il Direttore Centrale Affari Generali e Personale. La ingiustificata rimozione fu per Scaramuzzi motivo di grande amarezza.
Finalmente, per il fermo intervento presso il Ministro Prandini dell’ing. Mariano Del Papa, che dopo essere succeduto alla guida della Direzione Centrale Tecnica Ispettiva, dopo Scaramuzzi, all’ing. Galliani e all’ing. Mastrangelo, diventava nel 1992 Direttore Generale dell’Anas al posto dell’ing. Crespo, Scaramuzzi poteva concludere la sua prestigiosa carriera in Anas alla guida della Direzione Centrale Ispettiva delle Autostrade in Concessione, ove ebbe modo, pur nel breve tempo trascorsovi, di lasciare il segno con la sua straordinaria competenza tecnica. Dopo l’andata in pensione, Scaramuzzi accettò incarichi speciali e collaudi dall’Anas, come pure da committenti terzi, svolgendo libera professione. Di Scaramuzzi tutti ricordano la pacatezza e la chiarezza della visione dei problemi tecnici, che in lui trovavano un risolutore difficilmente eguagliato. Di lui, nella recente circostanza della scomparsa, è stato ricordato che nella sua vita non abbia mai voluto lasciare un giorno senza identificare una sentenza latina che sintetizzasse la giornata o il momento che aveva vissuto. L’ultima frase è stata la virgiliana sunt lachrymae rerum. La vera Anas è questa, quella dei Macori e degli Scaramuzzi, quella con un pensiero vivo ed operante di che cosa il Paese ha bisogno di avere dall’Azienda delle Strade, quella della competenza tecnica primaria come fonte essenziale per l’assunzione di elevate responsabilità, quella dell’amore per la “creatura” strada, quella con il senso dello Stato e con il senso della competenza pubblica come guida per l’incessante trasformazione del territorio da governare agli opportuni livelli. Da ultimo, nella campagna realizzata dell’Anas di informazione sulla Autostrada Salerno-Reggio Calabria, culminata con la trasmissione Rai condotta da Alessandro Cecchi Paone (2006), dedicata alla rievocazione delle vicende dell’infrastruttura e al suo rango europeo quanto a funzionalità ai nostri giorni e dunque all’importanza dei lavori in corso per il riadeguamento dell’Autostrada, Giuseppe Scaramuzzi si lasciò intervistare a lungo restituendo nitidamente e con vivezza di particolari il miracolo di aver realizzato i 443 chilometri di arteria “impossibile” e mantenendo il suo formidabile understatement, come a dire che non aveva fatto nulla di speciale, semplicemente il proprio dovere.
Tutta la dirigenza Anas si sentì onorata di aver consegnato ai media una immagine del magistero tecnico degli ingegneri dell’Azienda che risultava di assoluta eccellenza. Tutti poterono sentirsi un poco Scaramuzzi. L’Anas ricorda Scaramuzzi come uno dei suoi dirigenti migliori in assoluto, degno degli “africani” e di tutti quelli che hanno ricostruito a tempo di record un’Italia distrutta dalla guerra e povera di risorse. Lo ricorda esattamente per quello che era e che appare nei filmati, un gentiluomo civilissimo e lucidissimo in ogni determinazione e in ogni occasione, sempre pronto a mettersi a disposizione di una buona causa.