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Briciole di pane

Aeroporti, a breve il primo piano nazionale dell'Italia

Il Piano prevederà una "importante riduzione" degli scali

Roma, 21 marzo 2012 - E' in pista di decollo, è il caso di dirlo, il Piano nazionale degli aeroporti. Ed entro le prossime settimane dovrebbe arrivare anche il via libera ai contratti di programma con i tre principali scali di sistema, Roma, Milano e Venezia, che consentirà fra l'altro di sbloccare le tariffe e gli investimenti. Lo ha annunciato il vice ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Mario Ciaccia, che sta mettendo a punto i due dossier insieme al ministro Corrado Passera.

"Stiamo studiando il Piano nazionale degli aeroporti che penso vedrà la luce entro breve tempo", ha detto Ciaccia, a margine della missione imprenditoriale italiana in Qatar organizzata da Confindustria, Ance, Simest e Ministero dello sviluppo. L'obiettivo del Piano, ha spiegato il vice ministro, è di avere una "visione di rete delle infrastrutture del Paese", senza più il concetto di un aeroporto in ogni provincia. Il Piano prevede una "importante riduzione" degli scali - ha detto Ciaccia - nella "logica della distribuzione di chi fa che cosa": l'obiettivo è di avere "aeroporti cargo per il trasporto delle merci, aeroporti - pochi - che siano hub intercontinentali, alcuni scali internazionali e aeroporti per il servizio regionale".

Secondo le anticipazione del Sole 24 Ore, il piano individua 42 scali che fanno parte della rete nazionale. I 24 di "serie A" sono i tre hub internazionali (Fiumicino, Malpensa e Venezia), 13 aeroporti definiti "strategici" (Bari, Bergamo, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Lamezia Terme, Linate, Napoli Capodichino, Palermo, Pisa e Torino) e 8 aeroporti "primari" (Alghero, Brindisi, Ciampino, Olbia, Trapani, Treviso, Trieste e Verona). Con orizzonte 2030 saranno attivati due nuovi scali: Viterbo in sostituzione di Ciampino e Grazzanise in sostituzione di Capodichino. Per quanto riguarda invece i 18 scali di "serie B", definiti dal piano "di servizio", sono Ancona, Aosta, Brescia, Bolzano, Comiso, Crotone, Cuneo, Foggia, Forlì, Lampedusa, Pantelelria, Parma, Perugia, Pescara, Reggio calabria, Rimini, Salerno e Taranto. Non è prevista la loro chiusura, ma vengono concessi tre anni "per verificare condizioni di sostenibilità economiche che non prevedano trasferimenti di risorse pubbliche per la gestione". Se tali condizioni non saranno raggiunte, "dovranno essere valutate opportune forme di coinvolgimento di capitali privati".

E' la prima volta che l'Italia si dota di un Piano nazionale degli aeroporti, uno strumento che in Europa hanno tutti i Paesi più importanti e che è necessario non solo per orientare le priorità nazionali in questo settore, che ha fatto segnare lo scorso anno 149 milioni di passeggeri, ma anche come punto di riferimento per gli investitori stranieri. Quella di riordinare il sistema aeroportuale è una delle priorità indicate dal ministro Passera già nelle linee programmatiche del proprio dicastero.

Nei prossimi giorni è inoltre atteso il via libera ai contratti di programma dei principali scali nazionali: "Spero che nelle prossime settimane ci possa essere, per i principali tre aeroporti di sistema, quello milanese, quello veneziano e quello romano, la firma dell'accordo in deroga", ha detto Ciaccia. L'ok permetterà di sbloccare il sistema tariffario e consentirà alle societa' di gestione di far partire gli investimenti rimasti in stand by in attesa di questo passaggio. In particolare per Aeroporti di Roma le tariffe non hanno subito variazioni dal 2000, e la società ha in cantiere un piano di investimenti da 12,1 miliardi di euro nel lungo periodo per Fiumicino.

La scorsa settimana il cda dell'Enac ha disposto di rimettere, per competenza, al Ministero di Porta Pia la richiesta di Adr di ristoro di 400 milioni di euro a fronte di mancati adeguamenti tariffati per il periodo 2001-2010.

Mario Avagliano