Auto: avanti il car sharing, in Europa e Usa saranno 12 milioni i clienti nel 2020
I dati della ricerca AlixPartners
Roma, 7 aprile 2014 - Il futuro dell'automobile passa anche per il car sharing. Il fenomeno dell'auto condivisa e' infatti in forte crescita in tutto il mondo, principalmente a causa dei crescenti costi di gestione e manutenzione dell'auto privata. Gli utenti del car-sharing, che attualmente tra Europa ed Usa sono circa un milione, entro il 2020 toccheranno quota 8 milioni in Europa e 4 negli Stati Uniti.
E' quanto emerso dall'analisi condotta da AlixPartners "Car sharing, dal possesso alla fruibilita' dell'auto. Sfide e opportunita' della nuova mobilita' urbana", i cui risultati sono stati illustrati oggi durante la manifestazione Missione Mobilita' promossa a Milano da Amoer (Associazione per una Mobilita' Equa e Responsabile).
L'analisi aggiunge che nel 2017 la flotta di veicoli destinata al car-sharing raggiungera' i 70.000 veicoli, di cui 32.000 negli Usa e il resto in Europa, mentre nel 2020 arrivera' a 130 mila veicoli, di cui 50 mila negli Usa. Restando ai giorni nostri, a fine 2013 la Germania risulta il Paese in cui il car-sharing e' piu' diffuso, con quasi 800.000 utenti e oltre 13.000 veicoli.
Tra le capitali europee, Berlino (2.300 vetture e 207.000 utenti) e' in testa seguita da Londra (2.250 veicoli e 120.000 utenti) e Parigi (2.000 veicoli e 105 mila utenti). Ancora in fase di start up, invece, Roma (120 veicoli e 2.500 utenti) e Madrid (8.000 utenti e 130 veicoli). Mentre Milano puo' contare su oltre 1.500 vetture e piu' di 90.000 utenti.
A spingere gli automobilisti verso l'auto condivisa e' principalmente il fattore economico: oltre la meta' (56%) degli utenti indica come primo motivo di scelta il costo di acquisto e di gestione dell'auto, mentre solo il 23% fa riferimento alla riduzione dell'inquinamento. Apprezzata anche la facilita' di accesso al servizio (36%), mentre le aree da migliorare sono la disponibilita' dei veicoli (46%), l'assenza dell'auto preferita (25%) e il dubbio sugli effettivi risparmi nel lungo periodo (21%).
