City logistics, al servizio dell'economia
La valenza strategica della mobilità urbana
Roma, 25 giugno 2014 - Nei giorni scorsi, a Roma, nella sessione conclusiva dell’evento Citytech promosso, tra gli altri, da Roma Capitale, si è parlato di logistica urbana. Quest’ultima rappresenta la componente preponderante della logistica tout court, perché se le merci non arrivano correttamente in città, dove risiede oramai la maggior parte della popolazione, a risentirne è tutta la filiera del trasporto. La logistica, lo rammentiamo con una metafora di tipo medico, rappresenta l’apparato circolatorio dell’intera economia: imprescindibile per la sua salute.
Molti gli argomenti trattati: dalle possibili forme di governance per il coordinamento delle azioni impattanti sulla mobilità urbana, alle ultime opportunità presenti sul versante Its (Intelligent Transport System); dalle nuove esigenze che l’e-commerce porta con sé, alla specificità di determinate filiere (agroalimentare in primo luogo). Il tutto, con un ragionamento di fondo a fare da fil rouge: il problema della logistica urbana, è il problema della simultaneità di merci e persone sulle medesime infrastrutture di trasporto. Dunque: efficientare (per esempio: con la premialità per i veicoli ecologici) coloro che, professionalmente, distribuiscono merci non ha molto senso, se non si efficientano anche, in parallelo, coloro che erogano servizi e che, dal punto di vista statistico-quantitativo, percorrono e occupano le strade cittadine in proporzioni ben maggiori.
Il che vuol dire, concretamente, estendere certe forme di regolamentazione, pur con i dovuti adattamenti, a tutti i veicoli impiegati per l’espletamento di “servizi” e diversi dal classico autocarro o furgone: come i mezzi della raccolta differenziata dei rifiuti, quelli del trasporto pubblico, quelli di tipologia Ncc, e via enumerando. Cosa che però implica pure, e non deve sorprendere, mutamenti strutturali a livello di organizzazione lavorativa e assetto degli uffici. Infatti, per far sì che l’obiettivo della decongestione diventi praticabile, coloro che risiedono nei centri urbani e che, a cominciare dalle Pubbliche Amministrazioni insediate nei capoluoghi, sono fortissimi fruitori di servizi (tecnologici, manutentivi, vari) hanno l’onere di rimodellare il proprio funzionamento interno per alleggerire il volume di traffico veicolare indotto, a loro riconducibile. Insomma: se la mobilità è interesse di tutti, deve diventare anche responsabilità di tutti; non soltanto di chi, professionalmente, “fa” logistica.
Va poi detto che, anche a distanza di due anni, emerge, nel dibattito tra esperti, una grande considerazione per l’approccio metodologico tenuto, sulla distribuzione urbana merci, dalla Consulta Generale per l’Autotrasporto e la Logistica. Le relative proposte potrebbero essere e sono, a detta di molti, un punto da cui ripartire.
