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Briciole di pane

Due italiani su tre vogliono tornare a viaggiare come nell’era pre-covid

L’indagine dell’osservatorio Ernst e Young Future Travel Behaviours

L’emergenza epidemiologica non ha spento la voglia di viaggiare. Anzi. Due italiani su tre sono pronti a spostarsi con la stessa frequenza dell’era pre-covid e in alcuni casi, pari al 23% degli intervistati, addirittura ad aumentarla.

Il dato emerge dall'osservatorio della società di consulenza Ernst & Young Future Travel Behaviours, i cui dati "evidenziano una forte volontà tra gli italiani a voler riprendere a viaggiare, ma con una propensione minore per gli spostamenti di lavoro e con maggiore attenzione alla sostenibilità soprattutto tra i giovani". I risultati dello studio sono riportati dai maggiori organi di informazione.

Sul fronte dei viaggi di lavoro, si legge nel documento, quasi la metà (47%) ritiene di limitare i propri viaggi di lavoro, ma attraverso i test impliciti effettuati si rivela che il desiderio di vedersi dal vivo in ambito lavorativo rimane forte. Infatti, il 65% del campione preferisce gli incontri di lavoro in presenza, a fronte di una percentuale minoritaria (18%) che invece preferisce i meeting virtuali. La pandemia, d'altra parte, ha generato nuove esigenze nella determinazione della scelta del viaggio: il 54% pretende l'adozione di misure adeguate a garantire il distanziamento ed evitare assembramenti e dal 46% che richiede la distribuzione di presidi personali per garantire la sicurezza sanitaria (ad esempio mascherina e disinfettante mani).

Aumenta anche l'incertezza: sempre più richiesti rimborsi e bonus automatici in caso di ritardi o disservizi (67%), tariffe flessibili per usufruire di modifiche e cancellazioni gratuite (61%).