Flash news Infrastrutture:
 
 

Briciole di pane

Eurispes, ecco le prime stime dell'Osservatorio sulla mobilità e i trasporti

Verrà presentato a Milano il 28 ottobre al Citytech il Libro Bianco della mobilità e dei trasporti. Traffico, inquinamento e incidenti, calcola l'Eurispes, si traducono in una tassa annuale di 750 euro a testa

Roma, 18 ottobre 2013 - Cominciano a trapelare i primi dati elaborati dall’Osservatorio Eurispes sulla mobilità e i trasporti, l’istituto di ricerca guidato da Gian Maria Fara, che ha realizzato “Il Libro Bianco della mobilità e dei trasporti”, uno studio che sarà presentato il 28 ottobre nel corso dell’appuntamento Citytech, alla Fabbrica del Vapore a Milano. Emerge da queste stime un quadro allarmante, ma rappresenta anche la base di partenza irrinunciabile per tentare di ridisegnare tutto il sistema dei trasporti del paese. All’incontro di Milano si discuterà principalmente di mobilità intelligente: di come porre rimedio agli ingorghi, all’inquinamento acustico e da gas di scarico delle auto, di riduzione degli incidenti.

Tutte queste criticità legate alla viabilità si traducono, calcola l’Eurispes, in una tassa di 750 euro a persona ogni anno. E, su base europea, ammonta a ben 373 miliardi, pari al 3 % del prodotto interno lordo. Il Libro bianco conferma l’Italia un paese a spiccata vocazione stradale, visto che il 70 % delle merci viaggia su gomma, il 26 % su nave, solo il 4,7 % sul treno e 0,05 %. E nel belpaese il settore trasporti incide del 5 % sul Pil e occupa il 4,3 % del totale dei posti di lavoro. Tocca anche altri temi, lo studio riportato dal Libro bianco, come l’accesso al trasporto pubblico, i parcheggi di scambio, la questione dell’infomobilità e della bigliettazione integrata.

L’ex ad di Atac Carlo Tosti e oggi direttore dell’Osservatorio Eurispes sottolinea quanto pesino sulla collettività le problematiche legate alla mobilità: «tutti i disservizi li paghiamo noi. La strada giusta da percorrere per eliminarli è quella delle smart cities, le città intelligenti, dove si riesce a gestire il traffico e dove i servizi pubblici sono efficienti». L’ingegner Carlo Tosti dichiara che qualche timido segnale comincia a intravedersi: «ma è ancora troppo poco: solo la congestione del traffico incide negativamente dell’1 % sul Pil nazionale». È nelle città che bisogna dedicare tutta l’attenzione per rendere più integrato e intelligente il trasporto pubblico. Perché la popolazione si va sempre più concentrando nei grandi centri urbani. Attualmente 600 città accolgono un quinto della popolazione globale, gravando del 60 % sul Pil. E si prevede entro il 2050 che il 70 % della popolazione si concentrerà nelle grandi aree urbane. In Italia, dove si contano oltre 8mila comuni, solamente 9 città valgono il 35 % del Pil, accolgono il 60 % dei passeggeri di tutti gli scali aeroportuali nazionali, ospitano il 33 % delle banche e il 40 % delle università.

«Eppure molti centri urbani non sono preparati, hanno ancora una rete di trasporti inefficiente, male organizzata», sostiene Tosti. A Roma, ad esempio, ci sono ogni giorno 35mila operazioni di carico e scarico merci nelle stesse fasce orarie: «La Capitale avrebbe bisogno di 1500 stalli per il carico e lo scarico — continua Tosti — e invece ne possiede 400 ed è il caos. La velocità commerciale su strada è in media di 13 chilometri orari». Basterebbe dunque soltanto disciplinare meglio gli orari delle operazioni di carico e scarico. E l’ex ad di Atac poi non risparmia una critica al piano regolatore: «Purtroppo a volte l’urbanistica non tiene conto della mobilità urbana, a poca distanza dal raccordo anulare hanno costruito nuove abitazioni senza un progetto di trasporti adeguato e hanno sovraccaricato un’arteria stradale già intasata».

Per l’Osservatorio però in Italia ci sarebbero delle buone soluzioni per porre rimedio al traffico: Milano per esempio ha imboccato la strada giusta con l’area C, l’Ecopass. Torino, invece, ha raggiunto un accordo con i corrieri per migliorare il trasporto merci. «Serve una regolamentazione dei centri urbani — dichiarano dall’istituto di ricerca — bisogna che le amministrazioni si avvalgano di piattaforme tecnologiche, come avvenuto in città come Lione e Stoccolma. Abbiamo fatto un nostro calcolo e se le città partissero oggi, nel giro di due e tre anni si vedrebbero i primi risultati». Da questo studio emerge in tutta la sua evidenza l’urgenza di un trasporto pubblico efficiente e capillare che naturalmente avrebbe ricadute positive sul traffico.

L’Italia è uno dei paesi in Europa con il maggior numero di auto per abitanti: 606 per ogni mille abitanti, solo il Lussemburgo ne ha di più con 659. Un auto di media cilindrata, calcolano all’Eurispes, ha un costo medio annuo di 4570 euro (tra pedaggi, parcheggi e costi fissi), pesando del 12 % sul reddito. Mediamente il trasporto pubblica costa 17 volte in meno rispetto a quello privato. E da uno studio internazionale dell’Eurispes si evince che gli spostamenti in auto da casa al lavoro (il cosiddetto commuting), sono talmente onerosi che conviene comprare casa per esempio a Roma anziché in periferia, perché «Il costo di una casa in periferia è il 25 % in meno di un appartamento in città — conclude Tosti — un risparmio che viene azzerato nel giro di sei, otto anni a causa del commuting».

Christian D'Acunti