Eurispes, troppe auto nella Capitale: trasporto pubblico da potenziare
Roma primato europeo di autoveicoli privati
Roma, 31 maggio 2013 - La crisi in atto accelera il cambiamento urbano: immense periferie e hinterland che fagocitano pezzi di città. È questo lo scenario che si offre a un automobilista che si avvicina, provenendo da qualsiasi latitudine, a Roma, Milano, Napoli. L’aumento di popolazione, la scarsa crescita o peggio la contrazione del trasporto pubblico, dovuta a una politica di tagli, e il conseguente aumento del trasporto privato, fanno schizzare in alto l’Italia nella classifica del rapporto auto-abitanti. E Roma, in particolare, si piazza al primo posto nel rapporto autoveicoli per abitante.
Per la capitale la sfida è molto più complicata per la sua conformazione urbana e per le errate politiche di sviluppo urbano. Con i suoi tre milioni di abitanti, un'estensione territoriale seconda solo a Londra e, soprattutto, con oltre venti milioni di visitatori ogni anno, si trova in una condizione di svantaggio rispetto alle altre città europee. Ma la rete metropolitana e la velocità media degli autobus di città è di molto inferiore ai competitor europei. Un trasporto pubblico inefficiente ha riflessi negativi sul Pil e sulla qualità della vita degli abitanti. L'Eurispes calcola che sono ben 74 le auto per ogni 100 abitanti. È questo un dato che fa riflettere sulla scarsa capacità di mobilità in città. Il confronto con le altre città europee è frustrante: il rapporto auto-abitanti a Parigi è 25 a 100, 31,4 a 100 a Londra, 46 a 100 a Madrid.
Il problema del congestionamento del traffico di superficie non è stato risolto, complice un trasporto privato di dimensioni colossali, la particolare struttura del centro storico e un un'espansione edilizia ininterrotta, dal dopoguerra ad oggi. Ma il confronto più impietoso forse tra Roma e altre capitali europee è sulla rete metropolitana. La subway della city inglese è quasi dieci volte più estesa rispetto a quella della nostra capitale, 402 km contro i 45,2 di Roma. La città della torre Eiffel può contare su oltre 200 chilometri di metrò. I madrileni, invece, possono vantare ben 293 chilometri di metropolitana. Nella capitale durante le ore di punta (dalle 8 alle 9) la velocità dei mezzi pubblici su gomma non supera i 15 chilometri all'ora, mentre il trasporto privato si ferma a un modesto 17 km all'ora. Spostamenti più veloci dei nostri in tutte le altre principali capitali europee: 24 km/h a Madrid (2008), 29 km/h a Londra (2011, fascia oraria 7 am-7 pm), 20,4 km/h a Parigi (2007, nella fascia oraria 7-8 del mattino).
Complessivamente in Italia sono 3 milioni i pendolari che ogni giorno si servono di mezzi pubblici. Eppure, la politica nazionale dei trasporti e della mobilità non sembra in sintonia con questa domanda di mezzi collettivi. Infatti, secondo quanto emerge da un recente studio di Legambiente, negli ultimi dieci anni il 71% dei finanziamenti della Legge Obiettivo sono stati destinati alle strade e autostrade, il 15% alle ferrovie e solo il restante 14% alle reti metropolitane. La vita del pendolare a Roma è molto pesante. Arretratezza delle linee ferroviaria, treni regionali e mezzi di superficie vecchi, assenza di corsie preferenziali da e per la città, rendono gli spostamenti un inferno, con migliaia di passeggeri assiepati sulle banchine delle metro o stipati in sgangherati autobus di una lentezza esasperante. In una fase di crisi così acuta emergono in tutta la loro gravità politiche dei trasporti a dir poco miopi.
E proprio nel settore ferroviario l'Italia mostra tutto il suo ritardo rispetto al resto dell'Europa, ritardo che si fa più acuto nelle grandi città. Soluzioni azzeccate per la mobilità pubblica e una razionale movimentazione delle merci costituiscono la giusta risposta alle esigenze sociali ed economiche, alla sostenibilità ambientale e al sostegno delle imprese locali. Ma un sistema dei trasporti efficiente e virtuoso non si improvvisa: necessita di progetti, analisi e studio approfondito. Occorre dunque un ripensamento del sistema del trasporto urbano che conferisca una razionalizzazione e un risparmio dei costi per tutto il sistema. Questi nodi saranno affrontati nel primo Libro Bianco dell'Osservatorio Mobilità e Trasporti dell'Eurispes in uscita il prossimo autunno, diretto dall'ingegner Carlo Tosti. Un lavoro specialistico quello dell'Osservatorio rivolto a imprese, associazioni di categoria, istituzioni, sindacati, in grado di produrre analisi qualificate e indipendenti su di un settore ritenuto nevralgico dall'Eurispes per il rilancio economico del paese. La risposta delle imprese e dei vari organismi del settore delle infrastrutture, della gestione dei trasporti e delle tecnologie è stata molto positiva.
Per la stesura del Libro Bianco, l’Eurispes ha messo in piedi un gruppo di ricerca che ha condotto uno studio accurato sulle condizioni dei trasporti nelle grandi aree metropolitane per vagliare ipotesi di sviluppo e possibili collaborazioni pubblico-privato per il rilancio del settore. L’attenzione del gruppo di studio è tutta rivolta al trasporto stradale, ferroviario e aereo, al pendolarismo, al turismo incoming, all’integrazione tra trasporto a lunga percorrenza e locale, alla interoperabilità, intermodalità, all’informazione pubblica e cittadina. L’Osservatorio metterà a disposizione dati e conoscenze sui temi dei trasporto anche alla politica in occasione delle elezioni per il sindaco di Roma. Ma non rimarrà sordo ad alcun suggerimento proveniente da qualsiasi orientamento.