Ferrovie Ue, il Parlamento approva il Quarto pacchetto che non convince appieno
Critiche al testo, frutto di diverse mediazioni, sono arrivate da quasi tutti i gruppi politici
Strasburgo, 26 febbraio 2014 - Tra diverse polemiche il Parlamento europeo ha dato il via libera alla riforma delle ferrovie europee, il Quarto pacchetto ferroviario. Una riforma che per tentare di accontentare tutti, a furia di modifiche e ritocchi, alla fine sembra non aver convinto appieno nessuno. “Sarebbe andata meglio se la Commissione avesse presentato prima il pacchetto. Così invece ci siamo trovati a votarlo in periodo elettorale e c'è stata una grande pressione sui deputati per seguire la linea dei loro Paesi e quindi manca una impostazione europea” ha lamentato il relatore socialista Saïd El Khadraoui, nella conferenza stampa a Strasburgo dopo il voto.
“Ci sono state grandi pressioni dei monopolisti storici” e così il lavoro finale è risultato incompleto e forse “nella prossima legislatura probabilmente dovremo discutere un Quinto pacchetto” gli ha fatto eco la relatrice liberale Izaskun Bilbao Barandica. In Aula è passato anche un emendamento che ha sostanzialmente annacquato la netta separazione tra gestione della rete e quella del servizi, a cominciare dai treni, nelle grandi aziende 'integrate' ex monopoliste. Per il Commissario ai Trasporti, Kallas “non è il segnale forte di cui le ferrovie europee avevano bisogno. Il voto dimostra la tenacia degli interessi nazionali”.
Le nuove regole stabiliscono una serie di criteri di efficienza e di qualità che dovrebbero essere utilizzati per la concessione dei contratti di servizio pubblico. Le autorità nazionali avrebbero la possibilità di presentare offerte attraverso bandi di gara ma anche direttamente a un operatore ferroviario, ma sarà prevista una durata massima di tali contratti e alle autorità verrà imposto di giustificare la decisione di concedere il contratto direttamente, basandosi su criteri di efficienza quali la puntualità dei servizi, rapporto costo-efficienza, frequenza delle operazioni ferroviarie e soddisfazione del cliente. “Purtroppo la maggioranza dell'Aula ha preferito mantenere la possibilità per le autorità di dare l'assegnazione diretta, a dispetto dalla corrente inefficienza e delle maggiorazioni nei biglietti a cui potrebbero essere sottoposti i passeggeri” ha dichiarato Ramon Tremosa i Balcells (Alde).
Da parte loro gli operatori di servizio pubblico selezionati dalle autorità sarebbero obbligati a garantire condizioni di lavoro del personale conformi alle norme sociali vincolanti nazionali, regionali o locali e alle regole sul trasferimento dei lavoratori nel caso di cambio di operatore. Il tutto rispettando i contratti collettivi e garantendo condizioni di lavoro dignitose.
Per favorire la concorrenza internazionale e l'interoperabilità transnazionale i deputati hanno anche appoggiato l'armonizzazione delle certificazioni di sicurezza al fine di ridurre i tempi e i costi delle procedure di autorizzazione dei veicoli. “Così porremo fine alla miriade di schemi nazionali introducendo un approccio comune” ha esultato il Verde Michael Cramer spiegando: “Vogliamo creare una Agenzia ferroviaria europea (Afe) che coordinerà il lavoro delle agenzie nazionali assicurando procedure uniformi. In questo modo porremo fine alla situazione attuale in cui ci sono 11mila regole nazionali che aumentano i costi e i fardelli amministrativi” nonché i tempi per ottenere delle autorizzazioni per fornire dei servizi.
“Solo il 6% dei passeggeri scegli di viaggiare in treno, anche se questo è il mezzo di trasporto più ecologico. Per questo per rendere questa opzione più attraente ed efficiente bisogna migliorare i servizi offrendo più connessioni e più scelta” ha aggiunto il popolare Mathieu Grosch.
Critiche al testo sono venute dalla Sinistra Unita che ha anche manifestato all'esterno del Parlamento insieme qualche migliaio di lavoratori del settore in una protesta organizzata dai sindacati. Secondo Sabine Wils (Gue/Ngl) “questo pacchetto legislativo aprirà ad altre privatizzazioni a discapito dei diritti dei lavoratori e degli interessi dei passeggeri in termini di costi, sicurezza e accessibilità”. La Wils si è però rallegrata del fatto che sia stato respinto l'emendamento che richiedeva che in caso di sciopero i lavoratori avrebbero comunque dovuto assicurare “un alto livello di servizi minimi”.
Il testo dovrà ora essere discusso e approvato dal Consiglio, ma i tempi saranno lunghi e quindi probabilmente tornerà per l'approvazione definitiva in Parlamento solo dopo le elezioni europee di maggio.