Freight Leaders Council . Sistemi Intelligenti di Trasporto: muovere (prima) le informazioni, per muovere meglio le merci
Ridurre i costi e aumentare l'operatività
Roma, 13 giugno 2011 - Un maggiore impiego dell’informatica nel trasporto delle merci potrebbe ridurre i costi, aumentare l’operatività, ottimizzare i viaggi a vuoto, alzare i livelli di sicurezza nella circolazione e nel trasporto di merci pericolose. Per questo va incoraggiata, incentivando l’uso del Telepass, allargando l’offerta di Isoradio, incrociando i dati disponibili per combattere l’abusivismo e le irregolarità, ma soprattutto facendo crescere una cultura della logistica in Italia ancora carente e standardizzando l’infrastruttura telematica.
Sono queste le proposte avanzate dal Freight Leaders Council, l’associazione che riunisce le aziende leader della filiera della logistica (produttori, caricatori, operatori, trasportatori, gestori di infrastrutture per tutte le modalità), durante il convegno «Informatica nella Logistica. La 5ª modalità di trasporto», svoltosi ieri a Roma alla presenza di operatori ed esperti del settore. L’informatica, va considerata come una quinta modalità di trasporto, ma in Italia stenta a diffondersi, non tanto per arretratezza delle tecnologie, quanto per una cultura logistica «ancora latitante», di un mercato logistico «estremamente frammentato», della mancanza di comunicazione lungo la filiera, dell’assenza di una governance che gestisca e coordini i processi.
La ricerca di FLC conferma infatti che l’uso delle tecnologie informatiche e telematiche nella logistica è determinante per ottimizzare il sistema, recuperare costi, rilanciare l’economia, ma rileva anche un forte fattore di criticità, nella difficoltà di far «dialogare» i diversi sistemi adottati dagli operatori. A questo scopo operatori pubblici e privati si stanno impegnando in uno sforzo per superare gli inevitabili ostacoli che si sono creati durante la fase iniziale di «penetrazione» dell’informatica e della telematica nel settore logistico. Ma dietro tale criticità, si cena un’altra, più subdola: quella (tutta culturale) di uscire dal proprio «particolare”, e quindi vincere la ritrosia a condividere informazioni, ancora considerate un patrimonio da custodire gelosamente anziché un bene di scambio che arricchisce il sistema. In questo senso molto ci si aspetta dal Piano nazionale della logistica al cui interno il Governo ha voluto dedicare (per la prima volta) uno specifico spazio ai sistemi intelligenti di trasporto.
Più in dettaglio, si tratta in primo luogo di una serie di interventi semplici e poco costosi, come una maggiore diffusione nell’uso del Telepass, obbligandone l’installazione in tutte le auto a noleggio (come in California), incentivandolo attraverso una riduzione dei pedaggi o legandolo ai benefici della rottamazione. Allargando il campo tecnologico, si potrebbe usare il telefono cellulare come mezzo di pagamento. Un altro strumento di semplice impiego è Isoradio, che però dovrebbe coprire tutta la rete autostradale. Attualmente, infatti, in molte aree, soprattutto del Meridione la ricezione è scarsa o assente, mentre sull’ autostrada del Brennero le radio locali trasmettono un bollettino ogni due ore. Anche nei controlli l’informatica può facilmente ed efficacemente contribuire alla funzionalità del sistema, combattendo abusivismo e irregolarità nell’autotrasporto, attraverso l’incrocio dei dati relativi all’iscrizione all’albo autotrasportatori (elemento visionabile dal sito dell’Albo) con i dati in possesso dell’Inps e Inail relativi ai pagamenti contributivi.
Una seconda linea d’intervento è la necessità di una maggiore diffusione di una cultura logistica in Italia, dove la maggior parte delle imprese anziché «assumere un ingegnere esperto di logistica, che cerca di abbattere i costi reinventando e ottimizzando i flussi materiali ed immateriali», preferisce «dare il magazzino in outsourcing al costo più basso possibile». È, infatti, purtroppo evidente che in Italia «la logistica venga ancora vista più come un costo da tagliare che non come una possibile arma vincente per andare sul mercato» e «molte aziende scelgono di vendere franco fabbrica, disinteressandosi della consegna al cliente».
Il terzo settore d’intervento, il più strategico, è quello della standardizzazione dell’infrastruttura telematica (così come l’infrastruttura ferroviaria la cui standardizzazione è alla base del suo successo), nella consapevolezza, che «nel mondo moderno le infrastrutture virtuali sono importanti come quelle reali, le strade sono importanti quanto le autostrade per i bit». Lo standard serve per la protezione degli investimenti: infrastruttura non è solo hardware, ma anche protocolli standard.