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Briciole di pane

Il trasporto marittimo italiano: impatto sullo sviluppo economico

Uno studio dell'SRM su un settore fondamentale delle infrastrutture italiane: il trasporto marittimo

Roma, 6 giugno 2013 - Italian Maritime Transport: impact on the economic development: questo il titolo della ricerca di SRM che si è dedicata all’analisi dello sviluppo e all’impatto economico dei sistemi di trasporto marittimi italiani. Un progetto che procede da molti anni attraverso la raccolta di dati sullo sviluppo del trasporto e della logistica di questo essenziale settore del nostro Paese. La ricerca, interamente in lingua inglese e disponibile in versione cartacea e digitale, è composta di tantissimi aspetti tecnici, dati e statistiche sul traffico, numeri dei componenti della flotta, etc. I punti di forza e debolezza del trasporto marittimo vengono studiati per comprendere le prospettive del sistema italiano, ma è importante sottolineare che questo compete con l’estero particolarmente in ambito armatoriale. Il lavoro si focalizza sui sistemi logistico-portuali per definire il peso commerciale dell’Italia all’interno del bacino del Mediterraneo che ha rapporti di interscambio con Tunisia, Libia, Turchia ed Egitto.

Lo studio è stato realizzato grazie all’analisi nel tempo dei sistemi dei porti, attraverso la logistica integrata, tramite il trasporto intermodale dei porti, ma anche altre ricerche sono state condotte in questi ultimi anni, in particolare sugli aeroporti e le ferrovie. Tra le realtà migliori che si sono evinte in questa sede l’eccellenza spetta ai porti di Genova e di Trieste. Nella prima parte, lo studio si concentra in maniera più esaustiva nel settore specificamente navale per poi proseguire sugli aspetti dello sviluppo dei trasporti marittimi con una visione specifica intorno alle evoluzioni e involuzioni del settore. Paradossalmente, nonostante l’uso sempre più frequente del sistema aereo, il trasporto marittimo è cresciuto economicamente negli ultimi anni permettendo così un’innovazione tecnica e investimenti nelle infrastrutture e di conseguenza una maggiore competitività sul piano internazionale. Anche il traffico dei porti è stato sottoposto ad attenta analisi. Lo testimonia anche il fattore, non certo banale, che da quando l’Italia è entrata nel tunnel della crisi il settore che è rimasto più forte nella sua chiave commerciale non è stato quello manifatturiero, di cui l’Italia sembra essere molto forte nel mondo, ma proprio quello dei servizi, caratterizzato da una serie di compagnie e infrastrutture con picchi di eccellenza raggiunti proprio, sembra strano a dirsi, nel meridione. Il settore marittimo ha una lunga e storica tradizione che affonda le sue origini all’interno della storia antica ed è uno di quelli che è resistito con determinazione e coraggio nonostante il cambiamento che nel tempo hanno subito i trasporti.

Certo non sono mancati i periodi di crisi, compreso questo attuale che stiamo vivendo, ma il trasporto marittimo resiste bene e nel tempo ha attirato investitori anche dall’estero. Quel che si evince però è che l’Italia deve ancora fare molti passi avanti soprattutto nell’ambito burocratico, che presenta ovviamente numerose falle alle quali si deve necessariamente porre termine se si vuole essere davvero competitivi in costi e qualità con altri paesi esteri. Questo perché, nonostante l’appoggio e il sovvenzionamento statale, molto spesso le polizze assicurative e le spese burocratiche sono troppo esose. Lo studio suddiviso in tre parti riesce a dare una lettura articolata sul trasporto marittimo italiano perché propone varie prospettive, i pro e i contro di un sistema che fa parte del tessuto sociale e politico del nostro Paese e di cui è necessario mantenere la tradizione rinnovandosi ancora e ancora.

Erminio Fischetti