Italiani alla guida sempre più anziani e con vecchie auto
Il quadro è emerso dal 20° Rapporto sulla mobilità degli italiani a cura di Isfort, l'Istituto Superiore di Formazione e Ricerca per i Trasporti

È stato presentato a Roma nei giorni scorsi il 20° Rapporto sulla mobilità degli italiani elaborato da Isfort, l'Istituto Superiore di Formazione e Ricerca per i Trasporti, con il supporto scientifico delle associazioni del Tpl, Agens e Asstra, con il sostegno della Fondazione NC e con la partecipazione del gruppo FS, di Istat e della Struttura Tecnica di Missione del Mit. Lo rende noto un comunicato di Ansa diffuso nei giorni scorsi.
Il quadro che emerge è di una popolazione italiana sempre più anziana, che ama la sua vecchia automobile e che si muove poco.
Alcuni dati: negli ultimi 20 anni si è assistito a un calo del 20% degli spostamenti, la causa è principalmente demografica (e le previsioni future non sono diverse). Gli italiani amano la loro vecchia auto (che nel 60% dei casi ha più di 10 anni, mentre in Germania o Francia intorno al 40%): 2 spostamenti su 3 avvengono infatti sulle quattro ruote, meno di 2 su 10 a piedi ed appena il 4% in bici o altre forme di micromobilità. La stessa percentuale si registra per le moto.
L’elettrico incuriosisce, ma non attecchisce con una timida ripresa all’inizio del 2023. Curiosamente aumenta in maniera quasi esponenziale l’infrastruttura elettrica: dal settembre 2019 sia il numero di infrastrutture che quello dei punti di ricarica sono quasi quadruplicati.
Meno di un italiano su 10 (il 7,5%) sale su un bus. Il trasporto pubblico continua a essere snobbato dagli italiani: dopo il crollo del 2020 (quota modale dal 10,8% al 5,4% e perdita di oltre il 60% dei passeggeri), il tpl cerca di recuperare ma il 7,4% del 2022 o anche il 7,6% del primo semestre del 2023 sono ancora molto lontani dai livelli pre-Covid (10,8% nel 2019). A questo vanno sommati la carenza di servizi e di infrastrutture dedicate, soprattutto le reti ferroviarie nelle aree urbane, mancanza di politiche ad hoc e di fondi insufficienti o mai arrivati.
Il report per la prima volta, dedica una parte dell’osservatorio alle previsioni sulla mobilità fino al 2030. I dati evidenziano un ulteriore calo intorno al 3% dei volumi di spostamenti in generale in confronto al dato pre-Covid. Anche su questo andamento inciderà l’inverno demografico del Paese con una perdita di quote importanti come quella rappresentata dalla domanda di trasporto degli studenti. Le variazioni più profonde si rifletteranno a livello regionale con valori negativi di oltre 10 punti soprattutto nelle regioni del sud e isole rispetto alla media italiana: punte negative in Basilicata (-18,6%) e Molise (-16,2%), a cui si aggiungono le performance molto negative di Campania (-14,8%) e Puglia (-14,5%).
Un dato positivo si registra solo per l’Emilia-Romagna (+2,1%).