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Briciole di pane

La bici sorpassa l'auto nelle vendite

Complici del grande ritorno alla bicicletta: caro petrolio, traffico e voglia di mantenersi in forma

Roma, 13 settembre 2013 - Il clamoroso sorpasso delle vendita di bici ai danni delle auto nel 2012 nasconde una richiesta pressante, da parte degli utenti, di un’inversione di rotta nel sistema dei trasporti urbani. L’anno passato, infatti, per la prima volta dopo 48 anni nel nostro paese sono state vendute 1.748.000 bici a fronte di 1.450.000 automobili. Certo, negli anni del boom il sorpasso dell’auto ai danni della bici era segno di affrancamento definitivo da una società contadina, ancora premoderna. Il controsorpasso a distanza di mezzo secolo della bici sulle auto, invece, anche se denota un certo impoverimento rispetto agli anni precrisi, non significa interruzione della via del progresso. Ma semmai il desiderio degli uomini e delle donne del nostro tempo di assestarsi su livelli di qualità della vita più alti, con un’attenzione particolare al benessere psicofisico. Molteplici appaiono le cause di un ritorno ai pedali, il prezzo alto dei carburanti, il traffico sempre più caotico e la voglia di mantenersi in forma. Non soltanto per svago e sport la bici viene usata, ma anche per gli spostamenti casa-lavoro. Dal 2001 ad oggi, infatti, si è registrata un’impennata dell’uso della bici nei giorni infrasettimanali: i ciclisti urbani fino al 2001 erano appena il 2,9 % della popolazione adulta, oggi la percentuale di utenti delle due ruote è salita al 9%, un vero record. In termini assoluti si calcola che sono 5 milioni le persone che utilizzano la bicicletta per gli spostamenti almeno 3 o 4 volte a settimana. Giovedì 12 settembre è stata fatta una ricognizione dettagliata sulla sicurezza e la ciclabilità del nostro paese nel corso di una conferenza stampa al Ministero Infrastrutture e Trasporti con il Sottosegretario Erasmo D'Angelis, il Direttore Generale per la Sicurezza Stradale Sergio Dondolini, il responsabile nazionale sicurezza di Fiab (Federazione Italiana Amici della Bicicletta) Edoardo Galatola, Paolo Pinzuti di Salva i Ciclisti e Alberto Fiorillo di Rete Mobilità Nuova - Legambiente.

Gli italiani ritengono indispensabile aumentare gli standard di sicurezza per un uso più diffuso della bici. Secondo i dati diffusi dal MIT, al primo posto c’è, come era facilmente prevedibile, la sicurezza. Il 43% degli intervistati auspica itinerari più protetti e il 42% richiede una riduzione del traffico veicolare e una viabilità meno pericolosa. La buona notizia del ritorno alla bicicletta per gli spostamenti quotidiani casa-lavoro-scuola-mercato si accompagna a un’altra secondo cui c’è stata una positiva riduzione degli incidenti mortali in biciclette, testimoniata dalla buona posizione che l’Italia occupa a livello mondiale (17° posto) ed europeo (10° posto). Il discorso cambia però nei centri urbani, dove l’Italia è seconda solo alla Grecia, per numero e gravità di incidenti che coinvolgono le due ruote. Solo sei grandi città hanno avuto un’attenzione per la ciclabilità, la sicurezza e le infrastrutture dedicate alla bici: Bologna, Firenze, Padova, Torino, Venezia-Mestre e Verona, con investimenti mirati, hanno cercato di disincentivare l’uso dell’auto per gli spostamenti quotidiani. Questa esplosione dell’uso della bici impone un ripensamento del sistema di mobilità cittadino, hanno osservato dal ministero dei Trasporti. Per cui le nostre città dovranno essere sempre più rispettose dei ciclisti e a misura di bicicletta, con una revisione magari delle norme che regolano la circolazione per tutelare gli utenti più deboli, come i pedoni e i ciclisti.

Anche per questo il ministero ha pensato di porre mano al Codice della Strada in accordo con il Parlamento: il Mit presto aggiornerà e rivedrà le norme alla luce di questa accresciuta domanda di due ruote da parte dei cittadini. “Ad esempio - sottolineano dal ministero - favorendo la realizzazione di corsie ciclabili, inasprendo le sanzioni per chi guida sotto effetto di alcool o droghe e valutando attentamente la possibilità di ridurre la velocità massima nei centri abitati a 30 km/h in tutte quelle aree con caratteristiche infrastrutturali che lo consentono e con eccezione delle principali arterie di scorrimento". "La voglia di mobilità nuova va sostenuta e incentivata – ha spiegato il Sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti Erasmo D'Angelis, con delega del Governo e del ministro Lupi per la sicurezza stradale e la riforma del Codice della Strada, presentando giovedì scorso a Roma i mondiali di ciclismo in programma in Toscana dal 22 al 29 settembre - l'Italia è pronta per una ciclorivoluzione e la politica ha il compito di dare risposte giuste e concrete a questa forte domanda di mobilità alternativa". "Le norme attuali vanno riviste - ha aggiunto – e considerando questo scenario positivo è importante che i diritti e i doveri esprimano con chiarezza anche la necessità per tutte le categorie di utenti, e in particolare per i ciclisti, di essere più responsabili e condividere le misure di prevenzione e sicurezza adottando dispositivi e sistemi di segnalazione. Spesso guardiamo al Nord Europa per trovare buone pratiche nel settore della mobilità ciclabile, ma in realtà il nostro Paese già propone molti esempi da copiare come Bolzano, Reggio Emilia e Ferrara, tre capoluoghi, dove ad esempio, già oggi un abitante su tre pedala quotidianamente. Tante altre sono le best practice come la bicipolitana di Pesaro, il bike sharing di Milano o la grande pedonalizzazione di Firenze che offre spazi percorribili in tutta sicurezza per pedoni e ciclisti affiancata dall'opportunità di far salire la bici sulla tramvia in un raro esempio di intermodalità".

Per l’Italia i Mondiali di Ciclismo, in programma dal 22 al 29 settembre in Toscana, sarà l'occasione per mettere in mostra i progressi in tema di sicurezza delle due ruote e mobilità sostenibile. Il Ministero Infrastrutture e Trasporti darà il suo contributo nel corso della manifestazione con uno spazio dedicato nel centro di Firenze presso l'ex Palazzo di Giustizia in piazza San Firenze vicino a Palazzo Vecchio, presentando la campagna "Sulla Buona Strada". "I Mondiali - conclude Erasmo D'Angelis - saranno una grande vetrina per il nostro Paese e per la bicicletta, l'Italia ha una grande tradizione nel ciclismo sportivo e ci auguriamo che lo possa confermare su strada, ma abbiamo anche il piacere di ospitare un evento così prestigioso in un Paese che finalmente ha cambiato passo anche sulla bicicletta come mezzo di trasporto quotidiano. Anche questa è una sfida che contiamo di vincere presto".

Christian D'Acunti