Flash news Infrastrutture:
 
 

Briciole di pane

La Brebemi porterà turismo in pianura, 400 i luoghi di pregio

La ricerca di Università Cattolica e Autostrade. Il vantaggio? Niente limiti stagionali

Brescia, 17 giugno 2012 –Difficile competere con città d'arte, laghi e monti lombardi ma l'autostrada Brebemi potrebbe attrarre turisti nella pianura bresciana, soprattutto «di transito». A esserne convinti sono i due docenti dell'Università Cattolica Guido Locarno e Gabriella Amiotti che hanno condotto uno studio apposito insieme ad Autostrade Lombarde Spa. La ricerca verrà presentata domani nell'aula magna della sede bresciana dell'università in via Trieste.
I due docenti hanno lavorato per circa un anno analizzando nei dettagli i 130 Comuni L'esigenza Servirebbe un brand comune per far conoscere gli spazi e fare promozione tra i viaggiatori (25 dei quali bresciani) interessati in qualche modo dall'arteria autostradale: beni culturali, zone archeologiche, chiese, maneggi, offerta alberghiera, prodotti gastronomici. Insomma, tutto quello che — almeno sulla carta — può essere attrattivo.
Le risorse ci sono: sul piano archeologico ci sono almeno 400 siti degni di nota sotto il profilo archeologico o culturale. I Comuni bresciani sono nel mezzo della «centuratio romana» a cavallo dei due secoli della nascita di Cristo. «Pochi di questi siti, da soli, potrebbero far fermare il turista apposta — afferma Guido Locarno — ma se ci fosse una rete e un marchio riconoscibile le cose cambierebbero». Le strade da percorrere sono due. Da un lato il ruolo della Pubblica Amministrazione che, almeno nella fase iniziale, dovrebbe promuovere il territorio e lavorare per una riconoscibilità propria dell'area, dall'altro la crescita di consapevolezza di questa opportunità da parte delle popolazioni locali.
Allo stato attuale il turismo nell'area è prossimo allo zero. Nei 130 Comuni il numero delle presenze turistiche è di poco superiore a 300 mila, un dato paragonabile a quello di una media località alpina. Chi si ferma a dormire in queste zone è in giro per convegni, viaggi d'affari, per lavoro. «La pianura è sempre stata poco accessibile — spiega Locarno — ma questa debolezza potrebbe essere superata proprio dalla Brebemi».
Altro aspetto è quello della non stagionalità di chi si ferma: «Questo è un punto di forza — afferma il docente — i flussi sono abbastanza stabili nel corso dell'anno e quindi non si ha il problema del lago di Garda, che fa il tutto esaurito per due mesi e negli altri mesi dell'anno ha gli alberghi semi vuoti».
Nei 25 Comuni bresciani le strutture alberghiere sono molto poche seppure di qualità buona e B&B, agriturismo e affittacamere ancora meno. I ristoranti sono concentrati intorno a Rovato, Chiari e Orzinuovi. Diffusi, al contrario, sono luoghi di culto significativi, castelli, ville d'epoca, palazzi storici. «Ci sono anche molte manifestazioni che potrebbero avere una valenza di tipo culturale più marcata — osserva Locarno — E tante cascine o abitazioni nei centri storici potrebbero mettere a disposizione qualche stanza per gli ospiti, un tipo di offerta che piace molto agli stranieri».
Insomma, la pianura padana non diventerà una meta turistica grazie alla Brebemi (apertura fine 2013), ma di sicuro c'è la possibilità di intercettare una fetta di turismo di transito ben superiore di quanto accada ora. «Siamo in mezzo alla direttrice est ovest del corridoio 5, e allo stesso modo non è impensabile che un turista diretto a sud possa decidere di fermarsi qui a pernottare», spiega Locarno.
Quello che serve sono più alberghi e strutture ricettive, ora assenti, e un brand comune che spieghi che anche la Pianura Padana può avere il suo fascino, almeno per un giorno o due. «Le opportunità di business ci sono - conclude il docente -: si tratta di saperle cogliere».

Thomas Bendinelli (Il Corriere della Sera, edizione di Brescia)