L'auto e l'eco sistema compatibile
Inquinare di meno si può
Roma, 19 settembre 2012 – Risparmio energetico, tutela dell’ambiente, lotta all’inquinamento sono tematiche sempre più di attualità, verso le quali cresce l’attenzione e la sensibilità dell’opinione pubblica che segue, si informa e conosce le innovazioni tecnologiche. Tutto questo non sembra vero quando si tratta di automobile.
Secondo un’indagine del Centro Studi e Documentazione Direct Line, compagnia di assicurazione on line, quasi 3 italiani su 10 ancora non conoscono la classe euro della propria automobile, non sanno in sostanza quanto inquina la loro autovettura. Il 19% del campione non è certo della classe Euro della propria macchina, mentre addirittura il 9% confessa di ignorarla del tutto.
Ne esce quindi un profilo dell’automobilista italiano scarsamente sensibile all’uso di mezzi poco inquinanti, tanto è vero che alla domanda ‘Auto ecologica?’ risponde ‘Sì, grazie…ma solo se allo stesso prezzo della mia’, il 49% degli intervistati. Il 22%, invece, sarebbe disposto a spendere solo fino a 1.000 euro in più al momento dell’acquisto per un’auto meno inquinante, mentre uno su cinque (20%) si dimostra scettico rispetto alla conversione all’elettrico, convinto che passerà ancora molto tempo e dichiara non aver intenzione di essere un precursore in questa tendenza. Infine il 9% del campione intervistato, esasperato dai continui rincari del carburante, ammette che rinuncerebbe addirittura alle vacanze pur di avere un’auto che inquini meno e che faccia risparmiare al momento del ‘pieno’.
Fra i vari sistemi volti a diminuire le emissioni inquinanti grazie alla riduzione del traffico complessivo vi è da alcuni anni, in molte città italiane, il servizio di car-sharing.
Il 44% degli intervistati considera favorevolmente questa iniziativa, anche se constata che nella propria zona la condivisione dell'auto è ancora un miraggio. Il 21% degli italiani ammette di trovarla una bella idea, mentre di opinione diametralmente opposta risulta il 13% del campione che, al grido di ‘ognuno con la propria auto!’ dichiara di non credere affatto in questo tipo di servizio. Il 23%, infine, si è geloso del proprio mezzo di trasporto dichiarando di essere sì favorevoli al car-sharing, ma solo a patto di non mettere a disposizione la propria auto.
Per l’indagine di Direct Line, l’uso e la disponibilità del car-sharing risulta geograficamente a macchia di leopardo: fiorentini (39%), bolognesi (28%) e romani (26%) si professano attenti all’ambiente e alle emissioni nocive e disponibili quindi alla mobilità ecosostenibile; cagliaritani e bresciani (entrambi nel 48% dei casi) denunciano una grave carenza delle strutture; i veronesi (20%) sono i più scettici; milanesi (32%), palermitani (28%) e torinesi (23%) dichiarano che il principio del car-sharing è lodevole, ma a condizione di non condividere la propria auto.
Se i singoli automobilisti – così come dall’indagine Direct Line – non hanno particolare cura e sensibilità all’eco sistema, non si può dire lo stesso del mondo delle imprese che – anche grazie a normative più severe – dedicano risorse e investimenti per diminuire i livelli delle emissioni.
E’ quanto emerge da uno studio elaborato dall’Airp (Associazione italiana ricostruttori pneumatici) per la quale nel solo anno 2011 - grazie a pneumatici ricostruiti – si è riusciti ad evitare di immettere nell’ambiente ben 33.062 tonnellate in meno di Co2.
Si giunge a questo importante dato, considerando che per ricostruire un pneumatico, piuttosto che produrne uno nuovo, si risparmia il 30% di anidride carbonica (Co2).
Per l’Airp il beneficio non è solo ambientale ma anche energetico, visto che si è prodotto un risparmio energetico di ben 114,1 milioni di petrolio, con un risparmio di materie prime per 32.597 tonnellate.
La ricostruzione di pneumatici, oltre ad avere una grande valenza ambientale, consente anche notevoli risparmi agli utilizzatori. In particolare, nel 2011, l’impiego dei pneumatici ricostruiti al posto di quelli nuovi ha consentito un risparmio per gli utilizzatori finali di 297,2 milioni di euro.