In Liguria presto un'azienda unica dei trasporti
La Giunta ha presentato un Ddl per la società che dovrà gestire 65 milioni di chilometri all'anno
Torino, 2 aprile 2012 - La Liguria presto potrebbe avere una unica azienda regionale per il trasporto pubblico. La Giunta, infatti, ha varato un Ddl che nelle intenzioni rivoluzionerà la gestione della mobilità pubblica ligure. Il testo, elaborato dall'Assessore ai trasporti Enrico Vesco, che ora passerà all’esame del Consiglio, prevede di fondere le attuali cinque aziende in un unico nuovo soggetto, realizzando, nelle intenzioni dei promotori, forti economie di scala e razionalizzazioni. L'obiettivo è ambizioso: migliorare il trasporto pubblico locale dandogli “orizzonti di sostenibilità” in una cornice di continui e pesanti tagli dei trasferimenti statali. Detto in altre parole, la Regione vuole accrescere e migliorare il servizio arrivando a utilizzare meglio le risorse disponibili e possibilmente a spenderne meno. La nuova azienda regionale – spiega una nota - si troverà a dover gestire 65 milioni di chilometri all'anno di servizio, sia su ferro che su gomma. "Siamo la seconda regione dopo la Toscana - ha spiegato Vesco - ad aver attuato una legge per migliorare il sistema del trasporto pubblico locale e renderlo più coordinato". Proprio il rapporto fra autobus e treno è uno dei nuclei del progetto: la Liguria, obbligata dalla sua orografia difficile, è infatti la regione col primato italiano per il trasporto su ferro. E lo sarà ancora di più con la messa a regime del Nodo ferroviario di Genova, che nel 2016 libererà i binari costieri tra Voltri e Terralba dal traffico merci e di attraversamento permettendo la creazione di una linea metropolitana dedicata. Il modello futuro sarà questo: treno sulla dorsale costiera e autobus per le aste delle vallate. Accanto alle previsioni infrastrutturali, però, il ragionamento della Giunta ha già toccato anche le questioni collegate al lavoro. “Oggi – è già stato spiegato - sono circa 4.500 i dipendenti delle attuali cinque aziende (2.450 quelli della sola Amt genovese): se dalla fusione di Amt e Apt si ipotizzano 314 esuberi, proiettando questo dato su scala regionale si rischia di arrivare a 500 unità. Su alcuni punti si è già giunti ad un accordo, come l'assicurazione del mantenimento delle medesime condizioni economiche e normative per i lavoratori, così come l'impossibilità di trasferire un dipendente da una provincia all'altra”. Sul tavolo resta invece la delicata questione della percentuale dei chilometri di servizio appaltabile a ditte esterne (oggi è ad esempio del 15% nella provincia della Spezia), che è tuttavia materia di una legge nazionale. Un'elasticità che è necessaria soprattutto per coprire le tratte dell'entroterra, meno appetibili economicamente perché meno abitate. "A questo punto – ha concluso l’Assessore - in attesa del bando di gara per l'individuazione dell'azienda unica nel 2013, invitiamo tutte le aziende ad organizzarsi per arrivare preparate all'appuntamento. Come Regione infatti chiederemo garanzie sia sul fronte finanziario, sia su quello tecnico". Sarà poi Filse, la finanziaria regionale, a individuare i servizi minimi ottimali da fissare a bando, sulla base della domanda e dell'offerta, dei costi standard e delle criticità del sistema.