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Briciole di pane

Logistica e turismo, per dare ossigeno al Paese

Sulla strada transitano più categorie di utenti, ciascuna con propri bisogni e aspettative rispetto all'infrastruttura

Roma, 5 dicembre 2013 - Settore della logistica e settore del turismo sono sostanzialmente interconnessi. Lo spostamento delle merci, per finalità produttive e commerciali, e lo spostamento delle persone, per finalità ricreative e culturali, hanno un’innegabile base comune. Che è la mobilità: terrestre, marittima, aerea. Le profonde relazioni reciproche tra logistica e turismo, va detto, sono a tutt’oggi poco esplorate. E meno che mai trasformate in sinergie.

Tuttavia, lo scenario odierno sembra offrire alcuni timidi segnali meritevoli di menzione. In ambito confindustriale, è in corso nelle province di Chieti e Pescara, e sarà completata a breve, l’aggregazione delle due Sezioni “Turismo” e “Trasporti-Logistica”. L’obiettivo, spiega una nota di Confindustria, è migliorare la qualità dei servizi offerti alle imprese, a prescindere dal comparto di appartenenza: insomma, “fare efficienza” per tutto un territorio.


Altro esempio: a ottobre 2013 si è svolto, presso l’Idroscalo di Milano, un convegno di alto livello, patrocinato dalla Business School del Sole 24 Ore, sul turismo sportivo; che è una componente considerevole del settore “turismo”, in costante sviluppo da quando gli eventi sportivi, di tutti i tipi, si sono consolidati quali fonte di importanti flussi di incoming e outgoing di viaggiatori (“praticanti” dell’evento ovvero semplici “spettatori”). Tra i relatori figurava, non a caso, la Direzione Centrale Progettazione dell’ANAS. Per parlare di infrastrutture al servizio della mobilità. Che è, nell’epoca contemporanea, necessariamente una mobilità poliedrica. Coinvolge indefinite categorie di utenti, ciascuna con i propri bisogni e con uno specifico livello di aspettativa rispetto all’infrastruttura. Non a caso l’ANAS, si è detto.
 

La strada è, di per sé, l’infrastruttura trasportistica che sa servire, con un grado di intensità e pervasività incomparabile rispetto a tutte le altre, tanto la logistica quanto il turismo. La logistica: perché solo la strada arriva in qualsiasi punto del territorio, anche ai siti produttivi più secondari o periferici; permettendo, oltretutto, l’effettuazione di quelle che tecnicamente si chiamano “attività terminali” (sosta, ordinaria manutenzione dei mezzi di trasporto, rottura del carico) lungo quasi tutti i punti del percorso. E il turismo: perché la strada, soprattutto in una realtà come quella italiana, nella quale le bellezze (gli “attrattori”, si dice in gergo) sono disseminate pressoché ovunque, e anzi è il paesaggio stesso a porsi quale oggetto di fruizione estetica, consente di insinuarsi nell’ambiente circostante con una capillarità senza pari.

Il gestore nazionale delle strade, la cui rete comprende sia arterie caratterizzate quasi per intero da flussi industriali-commerciali, come la E45 e la S.S. 9 Via Emilia, sia tratte essenzialmente (verrebbe da dire: meravigliosamente) turistiche, come la S.S. 163 Amalfitana, è, e sempre più può essere, in prima linea nel far decollare le sinergie di cui si parlava all’inizio. Purché questo suo ruolo sia riconosciuto, con coerenza, dal decisore politico.
 

Carlo Sgandurra