L'Ue limita gli aiuti di Stato ad aeroporti e compagnie aeree
Adottate le nuove linee guida per farla finita con i piccoli scali senza reale traffico di passeggeri
Bruxelles, 21 febbraio 2014 - La Commissione europea vuole farla finita con i piccoli aeroporti che, soprattutto con l'avvento delle compagnie Low-cost, proliferano in Europa ma che spesso riescono a sopravvivere solo grazie ai finanziamenti statali non avendo un vero traffico e, alle volte, nemmeno una reale utilità. Per questo l'esecutivo di Bruxelles ha adottato le nuove linee guida su come gli Stati membri possano sostenere aeroporti e compagnie aeree senza violare le regole comunitarie.
Le linee guida, che aggiornano quelle del 2005, tentano di far convivere le regole del mercato son le esigenze delle zone poco collegate. Per Joaquín Almunia, vicepresidente della Commissione e responsabile della politica di concorrenza, saranno “un ingrediente fondamentale per un'industria aeronautica europea di successo e competitiva”, e “garantiranno una concorrenza leale a prescindere dal modello di business: dalle compagnie di bandiera alle Low-cost, dagli aeroporti regionali ai grandi hub”. Secondo il commissario “il nostro obiettivo è quello di garantire la mobilità dei cittadini, pur conservando una parità di condizioni”.
Innanzitutto gli aiuti di Stato per gli investimenti nelle infrastrutture aeroportuali saranno consentiti se “vi è una reale necessità di trasporto” e “il sostegno pubblico è necessario per garantire l'accessibilità di una regione” definendo le intensità massime di aiuto ammissibili a seconda delle dimensioni di un aeroporto, in modo da garantire un mix tra investimenti pubblici e privati. Le possibilità di concessione di aiuti saranno più elevate per gli aeroporti più piccoli. Per stabilire quando ci sia “reale necessità” la Commissione “valuterà e verificherà il business plan, vedendo se è economicamente sostenibile e se contiene elementi che ci aiutano a costatare la credibilità di questo piano” ha spiegato Almunia che ha fatto anche un esempio pratico: “Alcuni giorni fa abbiamo preso una decisione negativa su aeroporto polacco. La ragione è che si trovava a a 20km da altro aeroporto con una capacità non usata a pieno”, questo aeroporto “riceve soldi polacchi e comunitari, e in questo caso non è giustificato”.
Per alcune strutture regionali con meno di 3 milioni di passeggeri all'anno gli aiuti saranno concessi in via straordinaria per un periodo di 10 anni, allo scopo di permettere di calibrare meglio il proprio modello di sviluppo. Ma sempre dopo aver dimostrato a Bruxelles di avere un business plan credibile. Agli aeroporti con un traffico passeggeri annuo inferiore a 700mila, che potrebbero incontrare maggiori difficoltà nel raggiungere la piena copertura dei costi durante il periodo transitorio, sarà consentita una intensità di aiuto più elevata con, però, una rivalutazione della situazione dopo 5 anni. Infine gli aiuti alle compagnie aeree per lanciare una nuova rotta aerea saranno consentiti purché rimangano limitato nel tempo.