L'Ue punta a regolare meglio il mercato unico degli autotrasporti
A causa della differenza di regole tra Stati i camion sono costretti spesso a fare viaggi a vuoto
Bruxelles, 18 aprile 2014 - I camion movimentano circa i tre quarti delle merci nel trasporto via terra all'interno dell’Unione europea, generando un fatturato annuo di 300 miliardi di euro che rappresenta circa il 2% del Pil comunitario. Nel settore operano circa 600mila aziende (con una quota molto elevata di Pmi), con quasi 3 milioni di addetti. Il trasporto nazionale rappresenta il 67% dei trasporti su strada in Europa in quanto l’accesso da parte di trasportatori stranieri ai mercati nazionali continua a essere molto limitato. Questo non è solo un problema dal punto di vista economico ma anche da quello degli sprechi e dell'inquinamento. Sì perché a causa delle differenze nelle legislazioni nazionali i veicoli pesanti viaggiano spesso a vuoto a causa magari della mancanza di possibilità di ottenere una licenza di carico in un Paese nel quale però fanno e consegne. Succede a circa il 20% di tutti gli autocarri dell'Ue e così ogni giorno circolano sulle nostre strade quasi 250mila mezzi vuoti, vuoi perché di ritorno dopo una consegna vuoi perché in procinto di prendere in consegna un carico.
Il vicepresidente della Commissione europea e responsabile per i Trasporti, Siim Kallas, ha deciso di fare un'inchiesta sul settore per cercare di capire le migliori strade da intraprendere per giungere a una semplificazione e chiarificazione delle norme dell’Ue in materia di trasporto, convinto che l’eliminazione delle restrizioni esistenti darebbe impulso all'economia e permetterebbe di migliorare la qualità dell'ambiente.
Secondo la relazione aprire i mercati nazionali dell’autotrasporto alla concorrenza consentirebbe di ridurre i viaggi a vuoto e di migliorare l’efficienza del settore. Ma per fare questo le autorità di contrasto degli Stati membri devono intensificare i propri sforzi per applicare la legislazione esistente in modo più efficace e coerente mentre, da parte loro, le istituzioni di Bruxelles possono fornire il loro contributo chiarendo le norme che sono intese, interpretate e applicate in modo differente nei diversi Stati membri.
Secondo Kallas “le norme attuali sono negative per le imprese europee, hanno ripercussioni su tutti gli utenti della strada ed effetti nocivi sull’ambiente. Abbiamo bisogno di regole chiare per l’industria e allo stesso tempo di buone condizioni di lavoro per i conducenti”.