Mobilità elettrica, cresce il mercato ma ora tocca al Codice della Strada
Il Codice della strada ancora oggi non integra una norma che riconosca gli stalli dedicati alla ricarica

Roma, 9 ottobre 2012 – Dallo scorso gennaio in Italia sono stati venduti 2.151 veicoli elettrici, dei quali 1.565 sono a quattro ruote e commerciali. Il dato dimostra una crescita, seppur contenuta, vista la generale crisi del settore automobilistico tradizionale, sulla quale lavorare per fare meglio. Gli sviluppi del settore dipendono, infatti, da alcuni fattori (abbastanza noti): impegno dei gestori della rete elettrica, creazioni di infrastrutture, accordi con la case automobilistiche e collaborazione (onerosa) da parte dei Comuni.
Ma anche da parte del Codice della strada che, ancora oggi, non integra una norma che riconosca gli stalli dedicati alla ricarica consentendo così a chiunque di parcheggiare davanti alle colonnine elettriche senza rischiare una multa.
In attesa di risolvere questo grave problema, resta la necessità di installare nuove colonnine funzionanti che siano però al passo coi tempi. Considerata la velocità con cui la tecnologia si rinnova si rischierebbe, infatti, di rendere presto obsolete talune strutture.
Bisogna quindi potenziare le nuove infrastrutture, corredandole di assetti tecnici e caratteristiche innovative. Va in questa direzione la proposta di Enel che ha già installato in Italia circa 800 colonnine di ricarica, tra pubbliche e private, e sta studiando il modo per semplificare la vita di chi sceglie di convertirsi all’elettrico. L’idea, nata da un’intuizione made in Italy, è unica nel panorama europeo e prevede una rete a tecnologia unica e inter-operabile che consente agli utenti, pur spostandosi da un luogo a un altro, di utilizzare contratti unici, in modo da ricaricare il proprio veicolo ovunque, chiunque sia il distributore di rete locale. Il progetto ha trovato un riscontro positivo in quattro Comuni dell’Emilia Romagna (regione che ha già sottoscritto un protocollo per la mobilità elettrica) e presto avrà spazio anche a Roma, mediante un accordo con l'Acea. Tutti i progetti ai quali si sta lavorando seguono lo sviluppo del settore, per non creare infrastrutture sovrabbondanti rispetto alle richieste del mercato ma anche per evitare sprechi con piattaforme non al passo coi tempi. Sono in arrivo cinquanta nuove infrastrutture a Bari, altre saranno installate a Genova e in tutta l'Umbria, cioè laddove i Comuni intendono promuovere la mobilità elettrica con incentivi di vario tipo. Interessanti le collaborazioni fondamentali con le case automobilistiche: Renault, Citroen, Nissan e Mercedes, Piaggio, Toyota.
Resta il dato di fatto che al momento il mercato si sta sviluppando, in particolar modo, sul piano delle flotte aziendali, forse più pronte a recepire i vantaggi anche economici della mobilità elettrica. Un esempio? Poste Italiane sta mettendo sul territorio quasi 1.000 veicoli elettrici per le consegne alimentati da 420 infrastrutture di ricarica Enel.
Ma anche da parte del Codice della strada che, ancora oggi, non integra una norma che riconosca gli stalli dedicati alla ricarica consentendo così a chiunque di parcheggiare davanti alle colonnine elettriche senza rischiare una multa.
In attesa di risolvere questo grave problema, resta la necessità di installare nuove colonnine funzionanti che siano però al passo coi tempi. Considerata la velocità con cui la tecnologia si rinnova si rischierebbe, infatti, di rendere presto obsolete talune strutture.
Bisogna quindi potenziare le nuove infrastrutture, corredandole di assetti tecnici e caratteristiche innovative. Va in questa direzione la proposta di Enel che ha già installato in Italia circa 800 colonnine di ricarica, tra pubbliche e private, e sta studiando il modo per semplificare la vita di chi sceglie di convertirsi all’elettrico. L’idea, nata da un’intuizione made in Italy, è unica nel panorama europeo e prevede una rete a tecnologia unica e inter-operabile che consente agli utenti, pur spostandosi da un luogo a un altro, di utilizzare contratti unici, in modo da ricaricare il proprio veicolo ovunque, chiunque sia il distributore di rete locale. Il progetto ha trovato un riscontro positivo in quattro Comuni dell’Emilia Romagna (regione che ha già sottoscritto un protocollo per la mobilità elettrica) e presto avrà spazio anche a Roma, mediante un accordo con l'Acea. Tutti i progetti ai quali si sta lavorando seguono lo sviluppo del settore, per non creare infrastrutture sovrabbondanti rispetto alle richieste del mercato ma anche per evitare sprechi con piattaforme non al passo coi tempi. Sono in arrivo cinquanta nuove infrastrutture a Bari, altre saranno installate a Genova e in tutta l'Umbria, cioè laddove i Comuni intendono promuovere la mobilità elettrica con incentivi di vario tipo. Interessanti le collaborazioni fondamentali con le case automobilistiche: Renault, Citroen, Nissan e Mercedes, Piaggio, Toyota.
Resta il dato di fatto che al momento il mercato si sta sviluppando, in particolar modo, sul piano delle flotte aziendali, forse più pronte a recepire i vantaggi anche economici della mobilità elettrica. Un esempio? Poste Italiane sta mettendo sul territorio quasi 1.000 veicoli elettrici per le consegne alimentati da 420 infrastrutture di ricarica Enel.