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Briciole di pane

Mobilità, il presidente dell'Aci: "Italia non al passo con l'Europa"

Il trasporto pubblico locale italiano risulta deficitario nella velocità media, per gli introiti dai biglietti e per arretratezza delle infrastrutture

Roma, 23 ottobre 2013 - Angelo Sticchi Damiani, presidente dell’Aci, intervenendo al Forum Internazionale delle Polizie Locali, organizzato dall’Aci a Riva del Garda, ha tracciato un bilancio ragionato sul trasporto locale italiano, basandosi sui dati relativi alla mobilità nei 20 capoluoghi di regione, presentati dalla Fondazione “Filippo Caracciolo”. "L'Italia non riesce a tenere il passo dell'Europa: lo dicono i numeri della mobilità nelle grandi aree urbane" – ha affermato con chiarezza il presidente dell’Automobile Club d’Italia -. L’analisi comparativa con le città europee ha preso in considerazione diversi aspetti della mobilità: parco circolante, incidenti stradali, mobilità sostenibile, ambiente ed energia, trasporto pubblico, infrastrutture, dotazioni delle Polizie locali, sanzioni e destinazione dei proventi delle multe nelle varie città.

Le differenze da città a città, ha evidenziato la Fondazione Filippo Caracciolo, causano profondi squilibri socioeconomici nella popolazione. Un napoletano è costretto a viaggiare su un mezzo pubblico a meno della metà della velocità rispetto a un veneziano.

Gli strumenti in dotazione delle forze delle Polizie Locali sono indicativi dell’efficacia del controllo delle strade. Il numero dei dispositivi di controllo elettronico della velocità (autovelox), ad esempio, denota l’attenzione di una città per la sicurezza stradale. In questa particolare classifica, al primo posto dei nostri capoluoghi di regione si piazza Ancona con 57 autovelox per ogni 1000 vigili urbani. Fanalino di coda Napoli e Milano, rispettivamente con 10 e 20 dispositivi ogni 1000 agenti addetti al controllo del traffico. La città più attrezzata a sanzionare la guida in stato di ebbrezza è Aosta, con 60 etilometri ogni 1000 operatori di polizia locale. Chiudono la classifica Palermo che ne possiede 10, Milano e Napoli 20.

Quasi un oggetto sconosciuto l'opacimetro (strumento per testare le emissioni inquinanti dei veicoli) per le polizie locali di Bari, Cagliari e Venezia che ne possiedono solamente 4 per 1000 operatori, Milano e Genova 2, Palermo 1 e tutte le altre nessuno. E, ovviamente, dalla Fondazione Caracciolo è stato rilevato anche il numero di vigili urbani in rapporto agli abitanti. Milano è risultata la città con più vigili a presidio della circolazione (25 ogni 10.000 abitanti), seguita da Roma (24) e Firenze (23); numeri inferiori si sono registrati a Catanzaro (7 operatori ogni 10.000 abitanti) e Perugia (8). A supporto della sicurezza, efficienza e sostenibilità della mobilità interviene la tecnologia, ma purtroppo non sempre viene sfruttata al meglio. Ad esempio il semaforo intelligente che regola la circolazione in base ai volumi di traffico, non è adottato in tutte le città. Potenza ne è sprovvista, a Napoli ne funzionano solo 7, a Perugia 38. Va decisamente meglio nel centro nord: nel capoluogo toscano se ne contano 237, a Bologna 238, a Torino 326 e a Milano 689. Ma è in termini di infrastrutture che la differenza con il resto dell’Europa appare in tutta la sua evidenza: il totale delle linee delle metropolitane delle città italiane è inferiore ai 191 km della sola Copenaghen, la cui rete è stata incrementata nel 2007. Per ciò che riguarda la velocità media del trasporto pubblico locale, Napoli è ultima nella classifica UE (12 km/h), contro i 16 di Roma e Atene, 17 di Milano e Parigi, 18 di Potenza e Londra, i 19 di Berlino e i 21 km di Madrid, Varsavia e Copenaghen.

Bene le città italiane di Venezia, Perugia e Trento con 22 km/h, superate solo da Helsinki dove bus e tram raggiungono una media di ben 26 km/h. Altra nota dolente evidenziata nel corso del Forum è l’incidenza dei ricavi da biglietti sul totale dei costi delle aziende di trasporto pubblico su gomma: la media del trasporto italiano si ferma al 30%, mentre il Regno Unito arriva all'84%, la Germania al 60% e la Svezia al 55%. Per questo motivo nel 1997 è stata approvata una legge che impone che gli introiti dei biglietti coprano almeno il 35% delle spese complessive per il TPL. Disastrosi al momento i risultati: solamente 5 dei 20 capoluoghi di regione riescono a rispettare questa prescrizione (Milano, Firenze, Bologna, Ancona e Perugia). Napoli si ferma al 17%, Palermo all'11% e Potenza addirittura al 2%.

"Lo studio - dichiara Ennio Cascetta, presidente del comitato scientifico della Fondazione Caracciolo - copre un vuoto informativo su un tema centrale per la competitività del Paese, che è quello della mobilità delle aree urbane. I dati si commentano da soli e mostrano un'Italia divisa e in forte ritardo rispetto all'Europa. Mi auguro che queste statistiche possano stimolare una seria riflessione sulle priorità della politica dei trasporti, che dovrebbe concentrare risorse e volontà istituzionale per garantire una mobilità sostenibile nelle nostre città".

Christian D'Acunti

  Le città capoluogo di regione. I dati della mobilità 2013