Nel 2060 aumenteranno del 25% le persone con mobilità ridotta
Oltre 2 milioni di persone con disabilità utilizzeranno mezzi di trasporto, uno su due al volante

Un nuovo scenario per la mobilità: fra quarant’anni oltre 2 milioni di persone con disabilità utilizzeranno regolarmente mezzi di trasporto e, di questi, uno su due sarà conducente d’auto. Il dato emerge da una ricerca della Fondazione Unipolis svolta in collaborazione con ANGLAT (Associazione nazionale guida legislazione andicappati trasporti) sulla mobilità delle persone con disabilità, confrontando l’Italia di oggi con quella del 2060. In tale data si stima che su 1 milione di soggetti, visto il progressivo invecchiamento della società, gli over 64 alla guida saranno il 50,1% di cui il 29,2% con oltre 74 anni. In particolare, si stima che si registrerà un incremento di 115mila over 74 conducenti di auto. Le previsioni vedono anche un calo nella scelta del trasporto pubblico locale e del treno. Tra gli over 64, sarà inferiore rispettivamente del 45,3% e del 67,1%, così come l’uso del TPL extraurbano crolla del 78,6%. E se ci focalizziamo sugli over 74, rispetto all’uso dell’auto, l’uso del TPL urbano e del treno calerà rispettivamente del 32,8% e del 69%, per arrivare a un meno 77,9% nel caso dell’utilizzo del TPL extraurbano.
È evidente che le prossime scelte nel settore mobilità non possono escludere interventi strutturali dedicati alle persone con disabilità. “I dati che emergono dalla ricerca evidenziano che affrontare le problematiche della sostenibilità delle aree urbane è una componente fondamentale dell’intervento su un modello di sviluppo che si sta dimostrando non più percorribile – dichiara Marisa Parmigiani, Direttrice Fondazione Unipolis -. Una delle prime caratteristiche a rendere queste aree sostenibili è proprio il grado di accessibilità che le stesse sono in grado di offrire in primo luogo ai loro cittadini, ma altresì a tutti coloro che la città devono raggiungere. Accessibilità per i più fragili significa migliore accessibilità per tutti in tutte le fasi della propria vita, con una generale e complessiva miglior qualità della vita, riduzione dei fattori di stress e di condizioni in cui risorse/competenze e talenti possono essere impiegati al meglio. Non essere accessibile per una città significa condannarsi a non valorizzare tutte le opportunità, significa quindi essere meno attrattiva e così competitiva”.
Secondo la ricerca, tra 40 anni, l’Italia sarà meno popolata rispetto a quella attuale (poco più di 55 milioni di abitanti rispetto agli attuali 60 milioni, -10%) e caratterizzata da un invecchiamento della popolazione (gli over 74 cresceranno del 70%) e da un incremento del numero delle persone con disabilità (+25%, pari a quasi 4 milioni di unità). In particolare, aumenterà del 51% il numero delle persone con disabilità over 64 (da 2 a 3 milioni) e, fra queste gli over 74 passeranno da 1,5 a 2,5 milioni. Nel 2060 gli over 74 rappresenteranno il 64,1% della popolazione con disabilità rispetto all’attuale 47,6%.