Omicidio stradale quattro anni dopo: incidenti stabili e più controversie
Anche in Europa la riduzione degli incidenti mortali nell'ultimo decennio è stata sotto le attese. Lo dicono i dati pubblicati sul quotidiano "Il Sole 24 Ore"

La legge sull'omicidio stradale, la 41/2016, non ha contribuito a ridurre la mortalità. Lo dicono i dati, pubblicati oggi sul quotidiano “Il Sole 24 Ore”, sui primi tre anni di applicazione: lo scorso anno gli incidenti con lesioni a persone sulle strade italiane sono stati 172.553, appena l'1% in meno del 2015 e quelli mortali sono calati solo del 4,6%, passando da 3.236 a 3.086. Numeri che hanno a che fare anche con l'andamento fisiologico degli eventi: nel 2017 gli incidenti erano aumentati rispetto al 2015.
Dalla legge 41 non si potevano pretendere miracoli dato che, scrive il quotidiano, va considerata un modo per punire in modo effettivo chi causa incidenti, rispondendo al bisogno di giustizia dei parenti delle vittime, spesso umiliati dall'atteggiamento di pirati della strada, che pur processati evitano il carcere. L'insufficiente riduzione della mortalità su strada non è solo un problema italiano. E' da 20 anni che l'Ue fissa obiettivi di dimezzamento di decennio in decennio ma, dopo una 'fiammata' iniziale, i miglioramenti sono calati un po' ovunque e i target restano lontani.
L'Italia , con il calo dei morti del 42% nel periodo 2001-2010 e del 19% tra il 2011 e il 2018 è in linea con le medie europee. La Germania ha registrato un meno 47,7%, la Francia un meno 51,6%, la Polonia meno 29,4% il Regno Unito meno 47,1% e la Spagna meno 55,1%. E ancora, Grecia -33,1%, Austria -42,4%, Slovacchia - 43,5%. Una controprova della difficoltà di migliorare i risultati con gli strumenti tradizionali viene dal fatto che gli Stati virtuosi già da prima che la Ue fissasse obiettivi (Europa nord-occidentale e Scandinavia) non sono tra quelli che hanno ottenuto i risultati più eclatanti dopo i target europei. Miglioramenti potrebbero arrivare solo quando si diffonderanno i sistemi di assistenza alla guida e la scatola nera, che la Ue ha reso obbligatori dal 2022. Ma gli Adas, se usati credendo che consentano di stare meno attenti alla guida, potrebbero addirittura causare incidenti.
Nel frattempo si sono aggiunti fattori in grado di peggiorare i risultati, continua Il Sole 24 Ore, primo fra tutti la distrazione favorita da smartphone, impianti multimediali di bordo, congestione del traffico e abbassamento delle velocità. Ci si chiede dunque come si farà a centrare l'obiettivo finale fissato dalla Ue: l'azzeramento del numero di morti nel 2050.