Ponte sullo Stretto: scontro sui reali costi dell'opera tra Renzi e i sindaci della Calabria
Il ministro Clini: "La Via è un atto dovuto il cui iter, una volta avviato, non può essere interrotto"
Roma, 1° ottobre 2012 - E’ polemica sui costi per lo Stato del Ponte sullo Stretto di Messina. A riaccendere l’attenzione sulla grande opera è il sindaco di Firenze Matteo Renzi che, nella sua prima tappa del tour abruzzese per le primarie 2012 del centrosinistra, esordisce affermando: “Continuano a parlare dello Stretto di Messina, ma io dico che gli 8 miliardi li dessero alle scuole per la realizzazione di nuovi edifici e per rendere più moderne e sicure''. Di parere nettamente contrario i sindaci che vivono nel territorio interessato dalla realizzazione dell’opera. I primi cittadini di Reggio Calabria, Demetrio Arena, di Villa San Giovanni, Rocco La Valle, e di altri centri del reggino, infatti, hanno inviato una lettera al Parlamento sulla vicenda dell'iter realizzativo, sottolineando l’importanza del Ponte per lo sviluppo del Mezzogiorno e ricordando che “l’impegno dello Stato è solo di 1,3 miliardi” e chiedendosi se è un costo veramente insostenibile, considerando anche i benefici connessi all’opera.
Nella lettera i sindaci non hanno dubbi sull’importanza dell’infrastruttura. Si legge infatti che “senza il Ponte sullo Stretto e senza ciò che la struttura rappresenta per questi territori, il mezzogiorno d'Italia sarà escluso da qualsiasi programma di sviluppo nazionale ed internazionale". "Non c'è dubbio altresì - proseguono i sindaci - che le preoccupazioni del mondo economico sono altre, e cioè che si sposti il baricentro verso Sud, che il Sud venga fuori dall'emarginazione e dal disagio, che il futuro proietti verso l'Africa (e non verso Est o Nord Europa) le logiche economiche, che il futuro diventi il Mediterraneo con al centro le sue popolazioni. La storia insegna che vi è un solo modo per distruggere questo futuro: impedire che si realizzi ogni forma di sviluppo e di collegamento, emarginare 'ab origine' oltre ogni limite i territori, distruggere 'nella culla' ogni forma vitale".
"Pur di non fare il Ponte i 'detrattori' – concludono i primi cittadini - hanno mosso gli ambientalisti, hanno scomodato la natura, i terremoti, gli uccelli migratori, l'ombra del Ponte....; hanno evocato terremoti, tempeste di mare, venti non sostenibili; lo hanno elevato a simbolo di inutilità e di spreco; hanno scomodato la mafia che invece di essere arginata e sconfitta vedrà incrementare i propri proventi; hanno finanche scritto che distruggerà l'insularità Siciliana. Nessuno però si è soffermato sui flussi di traffico provenienti dall' Africa e diretti in Europa e viceversa, sullo scambio di merci, sulla portualità".
Anche il presidente di Fai-Conftrasporto, Paolo Uggé, si schiera per il Ponte: "Non farlo sarebbe un colpo per l'economia siciliana, italiana ed europea”. Intanto il ministro dell`Ambiente Corrado Clini ritorna sulle ultime polemiche riguardo al Ponte sullo Stretto e precisa: "Rimango contrario alla priorità di realizzarlo, ma - aggiunge - la Via è un atto dovuto, un documento tecnico, non politico". “La valutazione di impatto ambientale è un documento tecnico e amministrativo, non politico", spiega il ministro in una nota, sottolineando che "prescinde dall`opinione del ministro sul progetto". "Si tratta infatti - avverte - di un atto dovuto il cui iter, una volta avviato, non può essere interrotto".
Nella lettera i sindaci non hanno dubbi sull’importanza dell’infrastruttura. Si legge infatti che “senza il Ponte sullo Stretto e senza ciò che la struttura rappresenta per questi territori, il mezzogiorno d'Italia sarà escluso da qualsiasi programma di sviluppo nazionale ed internazionale". "Non c'è dubbio altresì - proseguono i sindaci - che le preoccupazioni del mondo economico sono altre, e cioè che si sposti il baricentro verso Sud, che il Sud venga fuori dall'emarginazione e dal disagio, che il futuro proietti verso l'Africa (e non verso Est o Nord Europa) le logiche economiche, che il futuro diventi il Mediterraneo con al centro le sue popolazioni. La storia insegna che vi è un solo modo per distruggere questo futuro: impedire che si realizzi ogni forma di sviluppo e di collegamento, emarginare 'ab origine' oltre ogni limite i territori, distruggere 'nella culla' ogni forma vitale".
"Pur di non fare il Ponte i 'detrattori' – concludono i primi cittadini - hanno mosso gli ambientalisti, hanno scomodato la natura, i terremoti, gli uccelli migratori, l'ombra del Ponte....; hanno evocato terremoti, tempeste di mare, venti non sostenibili; lo hanno elevato a simbolo di inutilità e di spreco; hanno scomodato la mafia che invece di essere arginata e sconfitta vedrà incrementare i propri proventi; hanno finanche scritto che distruggerà l'insularità Siciliana. Nessuno però si è soffermato sui flussi di traffico provenienti dall' Africa e diretti in Europa e viceversa, sullo scambio di merci, sulla portualità".
Anche il presidente di Fai-Conftrasporto, Paolo Uggé, si schiera per il Ponte: "Non farlo sarebbe un colpo per l'economia siciliana, italiana ed europea”. Intanto il ministro dell`Ambiente Corrado Clini ritorna sulle ultime polemiche riguardo al Ponte sullo Stretto e precisa: "Rimango contrario alla priorità di realizzarlo, ma - aggiunge - la Via è un atto dovuto, un documento tecnico, non politico". “La valutazione di impatto ambientale è un documento tecnico e amministrativo, non politico", spiega il ministro in una nota, sottolineando che "prescinde dall`opinione del ministro sul progetto". "Si tratta infatti - avverte - di un atto dovuto il cui iter, una volta avviato, non può essere interrotto".