Flash news Infrastrutture:
 
 

Briciole di pane

Rapporto Trentino. In treno nel cuore delle Dolomiti, contro il traffico nasce Metroland

La Provincia Autonoma di Trento vara un progetto ambizioso per circolare nelle valli in poco più di mezzora

Trento, 21 novembre 2011 – Sempre più auto e più traffico, con la conseguente necessità di trovare soluzioni credibili e praticabili. II costo sempre più alto della benzina, altra componente da non sottovalutare e che spinge la ricerca a mettersi in moto, nel nome della ecocompatibilità.

La mobilità è uno dei settori che, giocoforza, deve andare a braccetto con l'innovazione e, in questo senso, la Provincia Autonoma di Trento sta cercando nuove soluzioni. Su tutte, c'è sicuramente “Metroland", un progetto ambizioso e che sta facendo discutere non poco in termini di sostenibilità, ma che permetterebbe di salire comodamente in treno nel cuore delle Dolomiti - e viceversa di scendere in città dalle valli trentine - senza l'utilizzo della macchina, con l'altrettanto nobile scopo di disincentivare alcune famiglie all'acquisto della seconda o terza automobile. II tutto, in poco più di mezzora, grazie ad una velocità di crociera attorno ai 140km/h.

Un'idea nata con il chiaro scopo di decongestionare il traffico della provincia e di collegare i nodi principali del Trentino con una rete ferroviaria quasi metropolitana: una soluzione che permetterebbe, ad esempio, di raggiungere l'area dolomitica della Val di Fassa in 30minuti da Trento, contro le quasi due ore che attualmente servono per coprire la tratta in macchina. Ne va da sé, aspetto non di secondario interesse, il minor impatto ambientale della nuova soluzione.

Una sorta di progetto “Metrò” delle Dolomiti, unito ad una fitta rete di bus elettrici, nel nome della ecosostenibilità. Le linee principali attualmente allo studio sono quattro, che andrebbero a collegare il capoluogo di provincia alle principali vallate (Trento-Valsugana-Primiero; Trento-Valsugana-Val di Fiemme-Val di Fassa; Trento-Rotaliana-Val di Non-Val di Sole; Trento-Rovereto-Alto Garda-Giudicarie Esteriori e Interiori), per un totale di 200 chilometri totali di rete,di cui ben 170 in galIeria, per un budget complessivo stimato attorno ai 4 miliardi di euro, con l'obiettivo della realizzazione del progetto entro il 2030. Dai 4 miliardi preventivati, però, vanno sottratti proventi che dovrebbero arrivare dal materiale (pregiato per l'edilizia) ricavato dagli sbancamenti necessari, che permetterà di recuperare parte dei costi di lavorazione, facendo scendere il costo complessivo dell'operazione attorno ai 3,6 miliardi di euro.

Le prime aree ad essere state messe allo studio, ovvero le prime che dovrebbero pure essere realizzate, sono le due linee che porterebbero al collegamento tra Mori-Arco-Ponte Arche-Pione (un progetto che comporterebbe un investimento di 588,9 milioni più 90 milioni per le stazioni) e la tratta Borgo Valsugana-Cavalese (vaI di Flemme), che prevede la realizzazione di una lunga galleria di oltre 27 chilometri, per un investimento complessivo di 690 milioni. Le altre priorità riguardano invece la mobilità alternativa interna, ovvero la linea che andrebbe a collegare le valli di Fiemme e Fassa e il "sistema Campiglio" (ovvero due delle località più gettonate dai turisti che scelgono il Trentino come località per le loro vacanze).

Un progetto di indubbio interesse e che sta facendo discutere, nel bene e nel male, tra chi è convinto dal nuovo sistema di trasporto del 21esimo secolo e chi invece invita ad un ragionamento sul potenziamento delle linee ferroviarie secondarie già esistenti, stimolato a farlo anche dal costo complessivo dell'operazione, decisamente ingente in tempi di crisi.

Quel che è sicuro è che Metroland rappresenterebbe una rivoluzione nel mondo della mobilità, ponendo Trento come nucleo centrale e riconoscendo al capoluogo di provincia le proprie funzioni primarie, guardando però ad un non eccessivo accentramento dei servizi, che potrebbe altrimenti penalizzare le valli, comunque raggiungibili in poco più di trenta minuti.

Il Trentino, quindi, guarda al futuro, nel fermo intento di aprire nuove strade, ma non solo in termini di trasporto e mobilità, ma anche a livello "mentale", ovvero al fatto di poter pensare a nuove prospettive di pensiero nei confronti della mobilità dei cittadini e delle merci. Un nuovo modo di organizzare il proprio territorio, che non è altro che il proprio luogo di vita, con l'obiettivo di renderlo il più vivibile possibile. Guardando al futuro.

Fonte: La Repubblica Affari e Finanza