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Briciole di pane

Riforma dei porti al voto in Senato

Genova, 11 settembre 2012 - Approda oggi al Senato, dopo 10 anni di tormentato iter, il ddl di riforma della normativa sui porti 84/94iter. Un provvedimento che, al di là degli sforzi fatti negli anni dai promotori bipartisan, arriva all'approvazione svuotato di molti dei nodi che dovevano farne una norma all'avanguardia. Tanto che il presidente di Assoporti, Luigi Merlo, parla di legge “di transizione” in vista ”delle decisioni che saranno prese a livello europeo sul core network dei porti”. Nel ddl delle 25 Autorità portuali esistenti solo di una è prevista l'eliminazione: Manfredonia. Non è risolto il problema dei servizi tecnici-nautici, in particolare il nodo delle operazioni di rimorchio delle navi in porto, per le quali l'Ue e gran parte dell'armamento internazionale chiede maggiore concorrenza mentre la riforma si rifà all'accordo tra le categorie siglato nel 2007. In tema di autonomia finanziaria dei porti, poi, la norma accoglie quanto già stabilito dal governo Monti (e giudicato insufficiente da Assoporti), ossia che l'1% di Iva e accise raccolte dagli scali italiani, fino a 70 milioni, vada in un fondo nazionale (il 20% del quale sarà indirizzato su quelli di transhipment) per essere poi ridistribuito ai vari porti. Luigi Grillo, il presidente della commissione lavori pubblici e comunicazioni del senato, difende il provvedimento che segue dal 2002. Il ddl, spiega Grillo, modifica l'iter di nomina dei presidenti delle Authority, che saranno indicati dai governatori delle Regioni, sentite le realtà locali, e comunicati al ministero. Se con quest'ultimo non ci sarà intesa, la decisione passa al Consiglio dei ministri con parere vincolante, però, della conferenza Stato-Regioni. “Inoltre - prosegue Grillo - i presidenti delle Authority avranno più poteri decisionali e sarà snellito l'iter dei piani regolatori portuali, che potranno essere approvati in 12 mesi. La riforma introduce anche semplificazioni per avviare i dragaggi e allunga le concessioni dei terminal affidati ai privati. In tema di collegamenti tra porti e retroporti, poi, prevede che sia istituito al ministero delle Infrastrutture un fondo, alimentato da un accantonamento del 5% dell'ammontare degli investimenti previsti nei contratti di programma di Anas e Rti». Secondo Merlo, la riforma è “la miglior legge oggi possibile e un passo avanti rispetto alla normativa attuale” ma “restano ampi margini di miglioramento”.