Salviamo i ciclisti
Una campagna di sensibilizzazione con otto proposte per ridurre gli incidenti che coinvolgono persone in bicicletta
Roma, 24 febbraio 2012 - Può un grave fatto di cronaca cambiare i nostri comportamenti? Può un banale, per quanto drammatico, incidente stradale spingere la gente a prestare più attenzione alla guida ? Il celebre quotidiano londinese ‘Times’ ci crede e un mese fa ha lanciato una campagna di sensibilizzazione sugli incidenti mortali che coinvolgono i ciclisti: negli ultimi dieci anni sulle strade del regno Unito hanno perso la vita sulla bicicletta 1.275 persone. L’iniziativa – nata dal dramma di una giornalista del quotidiano britannico investita e attualmente ancora in coma – ha avuto un immediato successo, con oltre 20mila adesione già nei primi giorni della campagna.
L’iniziativa è stata quindi fatta propria da un gruppo di circa 60 appassionati italiani della bicicletta che, attraverso i Social Network, hanno ripreso lo slogan e il manifesto britannico ‘Salviamo i ciclisti’ e lo hanno rilanciato sul web, raccogliendo migliaia di adesioni. Anche in Italia il tributo di sangue dei ciclisti è stato un prezzo insopportabile da accettare: negli ultimi dieci hanno perso la vita sulle nostre strade ben 2.556 ciclisti. Partendo quindi da questa realtà l’iniziativa dei ciclo/blogger italiani è quindi diventata una vera e propria proposta di legge, approdata in Parlamento, articolata in una forma di decalogo ridotto, formato da otto idee volte ad innalzare la sicurezza dei ciclisti sulle strade:
1. Per accedere nei centri urbani, gli autoarticolati devono avere per legge: specchietti laterali supplementari, sensori e allarmi sonori che si attivano quando effettuano la svolta, barre di sicurezza che impediscano di finire sotto le ruote.
2. I 500 ‘punti neri’, luoghi ad alto tasso di incidentalità, devono essere riprogettati e dotati di sistemi semaforici.
3. Completare una analisi statistica sull’uso della bicicletta e sulla sua incidentalità.
4. Impegno a realizzare nuove piste ciclabili, anche attraverso l’obbligo rivolto ad Anas di destinare il 2% del suo budget a tali opere.
5. Accrescere l’educazione e inserire le norme di sicurezza che attengono ai ciclisti nei test di guida.
6. Introdurre il limite di 30 km/h nelle aree residenziali sprovviste di piste ciclabili.
7. Incentivare la sponsorizzazione da parte di privati alla realizzazione di nuove piste ciclabili.
8. Nominare, per ogni centro abitato, un responsabile alla mobilità su due ruote che promuova le riforme e un uso responsabile dell’auto quando vi sono i ciclisti.