Smart City e Smart Mobility per migliorare la mobilità urbana
Roma, 4 dicembre 2012 – La 67^ Conferenza del Traffico e della Circolazione, che l'ACI ha organizzato, per la prima volta, a Roma - è stata incentrata sui temi "Smart City" e "Smart Mobility". Attualmente, il 70% degli spostamenti avviene entro un raggio di 10 km e il 70% del PIL si produce nelle città. Ciò autorizza ad affermare che, se la mobilità urbana è in salute, stanno bene anche l'economia e la società nel loro complesso. Qual è lo stato della mobilità urbana in Italia? Tutt'altro che soddisfacente, purtroppo. Ennio Cascetta, presidente del Comitato scientifico della Fondazione ACI “Filippo Caracciolo” e coordinatore dei relativi studi, non esita a sostenere che, in Italia, prevale il contrario della "smartness" e, dunque, dovrebbe più propriamente parlarsi di "Stupid Cities" e "Stupid Mobility". Del resto, i dati sono inequivoci. Il 62% degli spostamenti avviene in auto, mentre la media europea è del 43%. La mobilità ciclopedonale arriva a stento al 15%, contro il 25% della media europea. Per ogni km di linea tramviaria di una "media" città italiana, ne troviamo tre in una "media" città europea. Il tutto, si noti bene, considerando l'Europa a 27 e non l'Europa a 15: se omettessimo i Paesi dell'Est, la performance italiana si rivelerebbe ancor più imbarazzante. Un quadro del genere, peraltro, contiene anche un messaggio di speranza. Che è poi l'altra faccia della medaglia. Proprio perché le città italiane hanno una mobilità "non intelligente", le potenzialità della tecnologia e dell'innovazione sono molto maggiori che altrove; e così pure le occasioni di sviluppo economico delle imprese del settore, che potrebbero fare da volano a una vera ripresa economica. Per far questo, però, occorrono alcune pre-condizioni di base, senza le quali le applicazioni ITS italiane resteranno allo stadio prototipale oppure, nella migliore delle ipotesi, serviranno a dar lustro a qualche singola Amministrazione Comunale ritenuta, a torto o a ragione, "di eccellenza". Dette pre-condizioni sono: la disponibilità di risorse (ma si può contare sui bandi europei, ha assicurato il Ministro Profumo); l'organizzazione e la capacità di "fare sistema" (mentre oggi, anche soltanto a livello di governo cittadino, troviamo assessori ai trasporti con una visione strategica diametralmente opposta rispetto al management dell'azienda di TPL); una regia unitaria, capace di coordinare con efficacia tutte le iniziative (altrimenti le progettualità, disperse in mille rivoli, non possono essere messe a fattor comune). C'è, poi, una quarta pre-condizione, meno vistosa ma egualmente decisiva, opportunamente trattata dalla Conferenza, anche in ragione della tradizionale esperienza di ACI. Si tratta del cosiddetto adeguamento delle norme. Codice della Strada e relativo Regolamento di attuazione, vecchi ormai di vent'anni, non possono tener conto dei tumultuosi cambiamenti innescati dalla tecnologia, se non in maniera episodica, disarticolata e oltremodo lenta. Certo: sarebbe impropria e, probabilmente, anche pericolosa, una legislazione che 'in tempo reale' si adeguasse alle novità tecnologiche, validandone l'utilizzo. Il momento della normazione è un momento di sintesi e bilanciamento di valori, con tempi non comprimibili oltre una certa soglia. In materia di applicazioni ITS, vanno sempre considerati con attenzione, e perciò la regolazione dev'essere sufficientemente meditata, profili di: tutela della concorrenza (immense banche dati di flussi e spostamenti non debbono servire per fini commerciali distorti); tutela della privacy (molte applicazioni sono in grado di effettuare il monitoraggio costante, se non la "schedatura", di ciascun viaggiatore); diritto di difesa (allorquando la tecnologia è impiegata nella fase sanzionatoria). Cautela e ponderazione, quindi. E’ indubbio che, per vasti ambiti di disciplina, vadano urgentemente ideati e messi in pratica moduli normativi più elastici degli attuali, in grado di realizzare un'effettiva delegificazione lasciando libero corso a norme 'tecniche' per questioni aventi valenza solo 'tecnica'. Istanze del tutto analoghe di adeguamento normativo furono espresse da ANAS allorquando, alcuni anni or sono, fu interpellata in merito ai (possibili) contenuti di una (ipotetica) legge delega per la riscrittura del Codice della Strada. L'auspicio, è che la nuova legislatura riesca a realizzare tale adeguamento.