Torino-Lione, in vista accordo sui costi fra Italia e Francia
La ripartizione prevede il 60% a carico del nostro Paese
Torino, 6 settembre 2011 - Per la Nuova Linea Torino Lione (NLTL), si delinea sempre di più l’accordo fra Italia e Francia, oltre che i veri conti dell’opera. Da un lato, infatti, a metà settembre dovrebbe essere posta la firma sulla revisione del trattato fra Italia e Francia che regola la ripartizione delle spese, con un leggero recupero per l’Italia; dall’altro, le informazioni trapelate sui risultati dell’analisi costi-benefici della NLTL, ormai messa a punto dall’Osservatorio Valsusa presieduto dal Commissario di Governo Mario Virano, indicano le soglie di ritorno economico della nuova linea. Stando alle indiscrezioni raccolte dal quotidiano la Repubblica, l’intesa ormai quasi certa sulla ripartizione dei costi fra i due Stati prevederebbe che il costo della NLTL pari a 8,6 miliardi di euro (per la tratta transnazionale, a cui va sottratto il contributo di circa 2,8 miliardi dell’Ue) venga sostenuto per il 60% dall’Italia (circa 3,5 miliardi di euro) e per il 40% dalla Francia. Attualmente, Parigi sostiene, sulla base del vecchio accordo, solo il 37% dell’intero ammontare.
Se tutto andrà bene, come si è detto, il 16 settembre (questa dovrebbe essere la data ancora però da confermare), verrà posta la firma sul nuovo testo di ripartizione: una delle condizioni chieste dall’Ue per l’erogazione dei primi fondi (la principale, l’avvio del cantiere di Chiomonte per la realizzazione della discenderia di servizio al tunnel di base, è stata raggiunta a fine giugno). L’accordo economico fra i due Paesi dovrebbe riguardare la realizzazione del tunnel di base e le due stazioni internazionali, quella transalpina di Saint Jean de Maurienne e quella di Susa.
Con la realizzazione dei lavori, fra 10 anni si verificherà un vero salto di qualità nei collegamenti ferroviari fra Italia e Francia. I tempi di viaggio da Chambery a Torino passeranno da 152 a 73 minuti e la linea ospiterà 220 treni-merci al giorno, il doppio di quelli che potrebbero transitare ora. Il cambio di progetto per quanto riguarda il tunnel di base, inoltre, renderà possibile l’uso di una sola motrice trainante, con evidenti ulteriori risparmi.
Sempre sul “fronte economico”, le prime anticipazioni (rese note questa volta dal Corriere Economia), dei risultati dell’analisi costi-benefici della NLTL, predisposta dall’Osservatorio Valsusa, indicano un possibile ritorno del capitale investito pari al 4,7% annuo su 60 anni. Una cifra che, fra effetti economici esterni ed interni all’opera, varrebbe la bella cifra di 12 miliardi di euro circa. L’analisi condotta dall’Osservatorio prende in considerazione tre scenari possibili: il primo in cui si prevede di non recuperare i livelli di sviluppo economico precedenti la crisi (“schock permamente”), il secondo nel quale si suppone che per tornare ai livelli precrisi occorreranno circa 10 anni (scenario del “decennio perduto”) e il terzo che prevede un rimbalzo dell’economia e quindi un’accelerazione degli scambi e dello sviluppo (scenario del “rimbalzo”). Solo il primo scenario arriva ad un risultato negativo.
Lo scenario considerato più probabile è, appunto, quello del “decennio perduto” che indicano un ritorno del 4,7%. Fra gli elementi presi in considerazione, ovviamente, una certa importanza rivesono i numeri che riguardano le variazioni di traffico merci e passeggeri. Per capire bastano pochi cifre. Nel 2004 – spiega l’analisi dell’Osservatorio – sulla direttrice Torino-Lione passavano circa 28,5 milioni di tonnellate di merci (22 su gomma e il resto via ferrovia). Nel 2053 (l’anno limiti a cui si spingono le previsioni effettuate), senza il nuovo tunnel di base il traffico globale arriverebbe a circa 97,3 milioni di tonnellate (80 circa su gomma); con il tunnel nuovo il traffico salirebbe a 110,6 milioni di tonnellate (di cui 58 circa su ferro). Meno evidente sarebbe l’effetto sui passeggeri, ma occorre ricordare, in questo caso, che la NLTL è stata concepita principalmente come una linea merci.