Tpl, Lupi: ddl entro febbraio. Costi standard e condivisione con le Regioni
Il modello dell'alta velocità va applicato anche al trasporto locale
Roma, 20 dicembre 2013 - Il trasporto pubblico locale ferroviario deve diventare competitivo rispetto al mezzo su strada. Per questo bisogna continuare a “investire sul ferro”: in dodici anni - dalla fase di attuazione delle Legge obiettivo nel 2001 - sono stati spesi 70 miliardi alla rete ferroviaria, 23 alle strade. Sono questi i numeri che il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Maurizio Lupi ha indicato ieri nell’audizione alla commissione Trasporti della Camera sulla situazione del trasporto pubblico locale.
Oggi viaggiano su strada ancora l’85 per cento delle merci e il 92 per cento delle persone. Bisogna spostare traffico su ferrovia e metro. "Dal 2008 ad oggi la popolazione che vive nelle città ha superato quella che vive nelle campagne, di fatto il trasporto pubblico locale diventa uno dei fattori competitivi per il nostro Paese. Nel 2000 i chilometri di rete metropolitana in Italia erano 106 - ha ricordato Lupi -, entro il prossimo biennio saranno 282 . Il governo, solo in quest’anno, ha investito più di tre miliardi per nuove linee metropolitane a Milano, Roma, Napoli e Bologna”.
"Non è possibile - ha aggiunto - pensare di realizzare l'alta velocità senza d'altro canto affrontare il problema del trasporto pubblico locale, non bisogna sottovalutarne la strategicità. Abbiamo dato per questo una delega ad hoc al sottosegretario Erasmo D'Angelis e stiamo lavorando con l'Anci, per arrivare entro la fine di febbraio a un disegno di legge che affronti finalmente in maniera complessiva il tema".
LA POLITICA SUL TPL È POLITICA INDUSTRIALE
"Una seria politica sul tpl potrebbe diventare una politica di investimento industriale, con un impatto diretto sull'indotto, secondo alcuni calcoli, di 17 miliardi di euro, con un incremento di 465mila unità occupate". La stima in termini di percentuali Pil che un investimento sul tpl potrebbe portare per il ministero è pari a un punto in più di prodotto all'anno se si applica una politica di investimenti pluriennali.
LE CRITICITÀ DEL TPL E LE SOLUZIONI
Il ministro ha puntato il dito sulle inefficienze del sistema dei trasporti, rappresentate da bassa produttività “inferiore al 20% della media europea”, costi non controllati e dai troppi monopoli, sottolineando che non si sta “parlando di privatizzazioni”.
"È opportuno evitare la logica degli interventi dettati dall'emergenza – ha aggiunto -. Oggi la svolta dovrebbe essere di intervenire con un disegno strategico".
"La mobilità è un diritto per tutti i cittadini – ha continuato Lupi-, ma dobbiamo sempre e solo ragionare in termini di sussidi o possiamo incominciare a ragionare sul fatto che il tpl possa essere un settore fruttuoso e possa portare ad altri investimenti da fare sul territorio?".
Su questo aspetto in particolare, al ministero - come è stato fatto per la sanità – si sta ragionando sui costi standard, con la condivisione delle Regioni. "Un modello di liberismo spinto per il tpl - ha commentato Lupi - non è sostenibile nel nostro Paese, ma possiamo individuare una struttura di apertura al mercato nel solco di un'economia sociale, guardando al modello tedesco e a quello parigino, ad esempio, ma pensando che anche noi possiamo essere un modello da guardare".
“Il tpl per sua natura è un rapporto sussidiario tra Stato, Regioni e Comuni. Non si possono chiedere alle Ferrovie dello Stato - ha continuato Lupi - servizi gratuiti, è ovvio. Si deve andare in una direzione: costi standard, integrazione dei modelli, investimenti in tecnologia e criteri innovativi per la ridistribuzione del fondo nazionale".
ENTRO FEBBRAIO DDL PER IL SETTORE
Il Governo si prepara a presentare un disegno di legge sul trasporto pubblico locale. ''Entro fine febbraio - ha annunciato Lupi - presenteremo un Disegno di legge che affronti in maniera complessiva il trasporto pubblico locale''.
''Dobbiamo uscire - ha detto Lupi - dalla sindrome di basse aspettative per il trasporto pubblico locale. Vediamo quello che e' avvenuto con l'alta velocità: possiamo applicare questo modello anche al trasporto pubblico locale''. Un settore, questo, dove “produttività, competitività e attenzione alla funzione sociale possono andare di pari passo'' e ''non bisogna ragionare solo in termini di sussidi'', ha evidenziato il ministro.
LE RISORSE PER IL TPL E I RUOLI
Il fondo per il trasporto pubblico locale è “uscito dai progetti di spending review ed è diventato strutturale attestandosi a quota 4 miliardi e 960 milioni di euro”, ha affermato il ministro. Ma bisogna definire per i trasporti un “Contratto di programma dove sia chiara la divisione di ruoli tra il programmatore e regolatore, l’attuatore e il gestore - ha messo in allerta Lupi -. Queste funzioni non possono essere detenute da un singolo soggetto”.
A sostegno di questo approccio, il ministro ha riportato l’esempio di quanto fatto con l’articolo 24 del decreto del fare, dove “è stabilità non la separazione, ma la netta divisione di conti e bilanci tra chi possiede la rete e chi gestisce i servizi”.
L’indirizzo italiano è in linea, tra l’altro, con quanto votato martedì scorso dal Parlamento europeo sul regolamento del quarto pacchetto ferroviario.
I PUNTI DI LAVORO SUL TPL
Nella sua audizione il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Maurizio Lupi ha elencato i punti di lavoro, sui quali converge l’impegno del ministero.
I costi standard. “Sono stati introdotti nella Sanità, si può farlo anche per il trasporto locale. Serve una conoscenza approfondita dei servizi sul territorio e vanno associati a criteri di premialità”.
L’integrazione di sistemi: ferro/gomma/aziende. “1170 aziende di trasporto pubblico locale sono la evidente manifestazione che qualcosa non funziona”.
L’innovazione tecnologica. “E’ un punto decisivo, penso che chi non introduce innovazione non debba accedere al fondo nazionale. Esattamente come successo con l’indicazione di un termine, 31 dicembre 2013, per la cantierabilità delle opere finanziate dal Decreto del fare; chi non lo rispetta si vedrà revocate le risorse”.
La competizione anche nel trasporto regionale. “Nessun eccesso di privatizzazioni, nessun liberismo sfrenato, la competizione fa bene al servizio pubblico. Ferrovie è diventata un’eccellenza europea nell’Alta velocità e offre un ottimo servizio anche perché è stata costretta a vincere una competizione con soggetti privati. Questo metodo va applicato ora anche al trasporto locale”.
Le risorse. “Investimenti in conto capitale e in spesa corrente. Mi piacerebbe un sistema che assegnasse ai settori strategici (trasporti, scuola ed educazione, sanità…) una percentuale fissa del prodotto interno lordo. Questo darebbe certezza di programmazione e di risorse”.