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Briciole di pane

Trasporti fuorilegge, un fenomeno da contrastare con decisione

Il gestore dell'infrastruttura viaria ha l'onere di conoscere, sempre meglio e più approfonditamente, l'utenza che la percorre

Roma, 1 ottobre 2012 - Il gestore dell’infrastruttura viaria ha l’onere di conoscere, sempre meglio e più approfonditamente, l’utenza che la percorre. È una conoscenza necessitata, viste le caratteristiche del trasporto stradale: pervasivo, ineliminabile, intrinsecamente connesso alle esigenze di circolazione delle persone. Il che significa che l’utenza, non potendo essere esclusa o selezionata preventivamente, graverà sempre sull’infrastruttura, ponendo in continuazione problemi, reali o potenziali, al gestore della stessa. L’unica “difesa” di quest’ultimo è, come si diceva, la conoscenza. Ciò vale per l’utenza ordinaria, per quella professionale, per quella turistica. Ma vale, a maggiore ragione, per l’utenza che, in termini criminologici, si chiamerebbe “deviante”. E’, infatti, ad esempio, di pochi giorni fa la notizia o, per meglio dire, l’allarme rilanciato da Enrico Rosina, rappresentante di Confindustria per i Trasporti, sugli oltre 500 veicoli commerciali irregolari che, ogni fine settimana, accedono al nostro Paese dal confine friulano. Trasportano di tutto: refurtiva, persone, merci pericolose o contraffatte. Ovviamente, al di fuori di ogni regola. Senza autorizzazioni. Senza copertura assicurativa. Controllare e reprimere questo stato di cose è compito delle Forze dell’Ordine. Ma la consapevolezza del fenomeno deve rientrare nell’orizzonte gestionale dell’Ente proprietario della strada. Specialmente, se strada di confine. Pure quando si tratta di effettuare scelte tecniche in funzione della sicurezza, dell’incolumità, della mitigazione degli effetti dell’incidentalità, non si può partire dall’illusorio presupposto di flussi di traffico composti da veicoli perfettamente a norma e conducenti ascrivibili agli optimi cives.

Carlo Sgandurra