Trasporti, governo: sette priorità per il sistema aeroportuale italiano
Le ha elencate, in un'audizione, il sottosegretario Guido Improta
Roma, 3 ottobre 2012 - Sono 7 le priorità per il sistema aeroportuale italiano individuate oggi dal sottosegretario alle Infrastrutture, Guido Improta, in occasione di un’audizione formale di fronte alla Commissione Trasporti, Poste e Tlc della Camera dei Deputati, presieduta da Mario Valducci.
“La prima priorità - ha affermato Improta - è evitare la realizzazione di nuovi aeroporti dove sia possibile utilizzare strutture già esistenti o potenziate da infrastrutture di raccordo e sistemi intermodali”.
In secondo luogo, bisogna riclassificare gli aeroporti e i sistemi aeroportuali e considerare di “interesse nazionale” quelli inseriti nel “core network” delle reti TEN-T (essendo pertinenti a nodi primari della rete); quelli riconducibili alla rete globale di trasporto europea (“comprehensive network”) e che contestualmente presentino dati di traffico superiore a 1 milione di passeggeri/anno oppure tra 500.000 e 1 milione, ma unici in ambito regionale o al servizio di territori di scarsa accessibilità, oppure indispensabili ad assicurare la continuità territoriale; quelli con dati di traffico inferiori al milione/anno, ma con trend in crescita oppure vocati alla delocalizzazione del traffico dei grandi aeroporti.
Il terzo punto riguarda la sottrazione al traffico commerciale per gli aeroporti inseriti nella rete globale di trasporto europea e caratterizzati da scarsi dati di traffico o da una difficile situazione finanziaria, nonché scarse prospettive di sviluppo, fatta salva la specializzazione (es. cargo) per l’inserimento in una rete aeroportuale o sotto la competenza delle Regioni (operatività a loro totale carico finanziario).
La quarta priorità del Ministero - ha fatto poi presente il sottosegretario - è incentivare la costituzione delle reti aeroportuali gestite da un unico soggetto per differenziare e specializzare il servizio sullo stesso territorio con infrastrutture dedicate per tipologia di traffico (low cost, cargo, charter, stagionale); rendere unica la struttura organizzativa di gestione con evidenti economie di costo; utilizzare razionalmente la capacità aeroportuale del network (in caso di picchi di domanda o decrementi); ottimizzare l'acquisto di servizi e beni da parte di fornitori terzi.
Il punto numero cinque sarà quello di riorganizzare i servizi di navigazione aerea mediante l'applicazione di tariffe differenziate per zona, per singoli aeroporti o per gruppi di aeroporti, da applicare obbligatoriamente dal 2015 secondo la legge comunitaria, e la revisione dell'orario di apertura degli aeroporti per realizzare minori costi soprattutto per lo Stato.
Sempre nell’ambito del contenimento della spesa statale è la sesta priorità che consiste nel riorganizzare i servizi forniti in ambito aeroportuale a carico dello Stato, come quelli dei vigili del fuoco, forze di polizia e forze armate, sanitari e veterinari, per consentire risparmi nell'impiego di personale.
La settima e ultima priorità è programmare gli interventi per il risanamento finanziario e gestionale delle società di gestione aeroportuali attraverso la predisposizione di apposite linee guida. Il sottosegretario, infatti, ha evidenziato che la situazione economica di diverse società di gestione aeroportuali è particolarmente critica, soprattutto quelle che gestiscono aeroporti di piccole dimensioni.
Per tali aeroporti si pone la problematica riguardante tutte le società in perdita per 3 anni consecutivi per le quali alla PA non è consentito di effettuare aumenti di capitale, trasferimenti straordinari, aperture di credito né rilasciare garanzie a favore delle società partecipate non quotate che abbiano registrato per tre esercizi consecutivi perdite di esercizio ovvero che abbiano utilizzato riserve disponibili per il ripianamento di perdite anche infrannuali. Tale divieto non si applica tuttavia a fronte di contratti di programma e di servizio previo accertamento da parte del MEF dell’interesse pubblico per procedere legittimamente ricapitalizzazioni o trasferimento di fondi.