Trasporti, Stivale diviso in due
I risultati di una indagine di Conftrasporto presentano una situazione difficile

Torino, 25 ottobre 2016 - L’Italia dei trasporti va a due velocità. Anzi è addirittura spaccata a metà. Ad affermarlo è la Conftrasporto (aderente a Confcommercio), che ha reso noti i risultati di una ricerca sulla situazione del trasporto e della logistica nel Paese. Il rapporto, diffuso nell’ambito del Forum nazionale del trasporto in corso a Cernobbio, presenta conclusioni impietose.
I risultati dell’indagine sui trasporti in Italia
Secondo Conftrasporto, in termini di logistica e trasporti l'Italia è un Paese spezzato in due: al Nord si viaggia (su gomma, su ferro, via mare), al Sud si aspetta. Il Centro Italia fa da “cuscinetto” a queste due realtà.
La ricerca passa in rassegna le tre modalità di trasporto possibili: treni, rete stradale e porti. Per quanto riguarda i primi, e in particolare il trasporto merci ferroviario, viene rilevata una “frattura nettissima”, con una situazione che ha del paradossale. Poco meno del 75% del traffico interno nazionale, infatti, avviene secondo la ricerca tra le regioni a nord dell'Emilia Romagna, perché il materiale rotabile (vagoni e locomotori) è nella disponibilità di questa parte del Paese. Ma il rapporto si rovescia guardando alla distribuzione della rete: poco meno del 70% della rete ferroviaria si trova nelle regioni centrali, meridionali e nelle isole, solo il 30% al settentrione. Secondo Conftrasporto, per quanto riguarda la rete stradale, questa sarebbe “vecchia”. Per l’associazione dei trasportatori, il completamento dei diversi interventi richiederebbe interventi per circa 18 miliardi, più altri 2 da destinare al trasporto merci su rotaia. “Si tratta - riconosce la ricerca - di una somma importante corrispondente al valore di un Legge di Stabilità di media portata”. Meno negativa è la fotografia scattata per quanto riguarda i porti italiani. Confcommercio riconosce che la riforma varata dal Governo "è una grande opportunità di crescita". Tra i porti che riescono a sfruttare le loro potenzialità, Genova, Ravenna, Trieste, La Spezia. Resta molto da fare per recuperare come sistema Paese il gap con il nord Europa, ma la riforma punta nella direzione giusta.
Alcuni numeri
Secondo il rapporto, la variazione dei volumi trasportati è stata pari a -10% nel settore marittimo e -37% in quello su gomma. Mentre in 12 anni le imprese italiane di trasporto su gomma hanno perso oltre il 60% dei traffici, contro un incremento del 700% a favore di quelle dell'Est Europa. In sei anni le imprese italiane del settore sono diminuite del 13%.
Cosa viene chiesto
Oltre all’ammontare degli investimenti, l’indagine di Conftrasporto conclude sottolineando la necessità che venga messo a punto un piano strategico "che indichi le priorità della politica dei trasporti". Non spese a pioggia però, ma una selezione delle opere su cui puntare, un "comune campo da gioco per le imprese di autotrasporto italiane ed europee". Ma anche un cluster marittimo rafforzato attuando "tempestivamente" la riforma, un trasporto ferroviario merci competitivo, e, in ultimo, misure specifiche per il trasporto marittimo a corto raggio.
In particolare, poi, gli operatori indicano i criteri di selezione delle opere in tre punti. Prima di tutto costruire solo opere che servono, rispondono a una domanda reale, colmano un divario di offerta. In secondo luogo, pensare al fatto che opere senza servizi efficienti “sono come un'auto senza benzina”. Infine pensare alle opere “non come gioielli (per sempre)”, in altre pariole, le infrastrutture vanno mantenute in qualità ed efficienza nel tempo, adeguate alle evoluzioni del mercato e abbattute se diventano inutili.
Per il trasporto ferroviario, poi, Conftrasporto ipotizza soluzioni che comprendano il macchinista unico, treni lunghi 750 metri (contro i 5-600 di oggi), peso trainabile di 2mila tonnellate (contro le attuali 1600), adeguamento delle sagome delle gallerie, utilizzo dell'Av nella notte.
Il parere del Ministro Delrio
Il Ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, presente al Forum di Cernobbio, ha spiegato che è vero che il Paese sia “spaccato a metà. Per questo insistiamo sul fatto che le connessioni sono un elemento strategico. I Corridoi vanno realizzati per permettere al Sud di vedersi parte del Paese. La connessione Nord-Sud è un elemento decisivo. Perché l'Italia può essere competitiva solo se si presenta come sistema Paese. O si cresce insieme o si muore insieme".