Trasporto abusivo, quando la logistica è illecita
La Confartigianato denuncia l'uso improprio delle macchine agricole
Roma, 30 ottobre 2014 - È risaputo: la validità di un assunto si può desumere proprio dalle situazioni anomale o borderline. Prendiamo uno dei più importanti assunti della scienza logistica: quello secondo cui nel trasporto merci, fatta eccezione per poche particolarissime filiere, sono importanti la continuità e l’economicità, non la velocità. Ebbene: la progressiva diffusione della prassi, ovviamente illecita, di utilizzare macchine agricole per effettuare (su brevi distanze) trasporto conto terzi conferma, come meglio non si potrebbe, la veridicità dell’asserzione. Un trattore fruisce dell’agevolazione sul gasolio agricolo; non è interessato dal calendario dei divieti di circolazione; non paga la tassa di proprietà e il suo conducente non è tenuto a rispettare la disciplina su orari di guida e riposo: non c’è poi da stupirsi che, soprattutto per taluni prodotti e in certe aree geografiche, possa diventare assai competitivo rispetto al camion, che, di suo, offre l’unico vantaggio dei tempi di percorrenza.
Il grido d’allarme contro l’abuso di veicoli immatricolati “macchine agricole” impiegati per effettuare, per conto di un qualche committente, trasporti su strada, è stato lanciato, nei giorni scorsi, da Genedani, presidente di Confartigianato Trasporti, il quale, tra l’altro, ha chiesto a tutte le Istituzioni competenti, a cominciare dagli Organi di Polizia stradale, una decisa iniziativa di contrasto al fenomeno, con la rigorosa applicazione della normativa in materia di autotrasporto, contenente severe sanzioni per i casi di esercizio abusivo di tale attività. Il danno complessivo, ha evidenziato, è enorme: sul piano della concorrenza sleale, ma anche dal punto di vista fiscale e della sicurezza stradale e sul lavoro.
Chi, come, ANAS, si trova a ricoprire l’impegnativa (e iper-responsabilizzante) posizione di Ente proprietario della strada, può aggiungere un’ulteriore voce a tale elenco: è il danno alla fluidità della circolazione, che interessa tutti gli altri utenti della rete viaria. Proprio per questo, in quanto il miglioramento della fluidità del traffico è uno dei principi-base consacrati nell’art. 1 del Codice della Strada, la circolazione su strada delle macchine agricole viene, espressamente, limitata all’esercizio della loro funzione e, dunque, solo per il trasferimento o spostamento di attrezzature relative all’attività agricola, per il trasporto per conto di aziende agricole e forestali di prodotti di uso agrario, nonché degli addetti alle lavorazioni.