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Briciole di pane

Un’Italia che si muove su strada è un Paese che produce. Impennate a settembre del trasporto merci su gomma, gite fuori porta nei weekend autunnali ed ora si attendono gli spostamenti di fine anno

Analisi traffico su strade Anas: nel terzo trimestre 2025, si prevede un incremento del Pil pari allo 0,1 % rispetto al trimestre precedente

di Nicola Montesano

Dopo un’estate caratterizzata da milioni di spostamenti lungo le arterie autostradali e stradali del Paese, l’autunno 2025 ha continuato a registrare un’elevata mobilità grazie a weekend soleggiati e alla crescente abitudine degli italiani a viaggiare anche in bassa stagione. Ora, con l’arrivo dell’inverno e l’approssimarsi del mese di dicembre, si prevede un nuovo picco di traffico, legato al ponte dell’Immacolata e alle festività natalizie e di inizio 2026. Il traffico veicolare in Italia non è soltanto un fenomeno sociale e stagionale, ma un indicatore economico rilevante. Il volume dei transiti – sia di persone che di merci – incide direttamente sul Prodotto Interno Lordo. Ogni movimento genera valore: dai carburanti ai pedaggi, dalla ristorazione ai pernottamenti, dal commercio al turismo. Senza dimenticare la componente fondamentale del trasporto merci, asse portante della logistica nazionale.

Analizzando i dati relativi al traffico dei mezzi pesanti, nel terzo trimestre dell’anno si nota un un flusso inferiore nei mesi di luglio ed agosto con un impennata a settembre, quando la circolazione dei mezzi pesanti è aumentata del 5%  rispetto al 2024.Se osserviamo invece il traffico di tutti i mezzi in circolazione sulle Statali, ci rendiamo conto che la flessione negativa non c’è stata, sintomo di un Italia in movimento per turismo.

Ad agosto e settembre l'Osservatorio del traffico ANAS ha rilevato un aumento significativo rispetto agli stessi mesi dell’anno precedente. Pertanto, si stima che il terzo trimestre del 2025, considerate le ultime notizie, la nota dell’Istat  e le informazioni del traffico, il PIL avrà una variazione dello 0,1% rispetto al trimestre precedente e 0,7 % in termini tendenziali.
Va sottolineato che l’Istat prevede nell’intero 2025, una crescita del PIL dello 0,5% nel 2025 L'aumento del PIL sarà sostenuto interamente dalla domanda interna, mentre la domanda estera potrebbe fornire un contributo negativo.

Un’Italia che si muove è un’Italia che produce. Lo spostamento di beni lungo l’asse nord-sud, la distribuzione capillare nei centri urbani, la logistica legata all’e-commerce e all’industria alimentare sono tutti elementi che si riflettono nella crescita economica. Ma perché questo motore continui a girare serve un’infrastruttura solida, moderna, sostenibile. Investire nella manutenzione delle strade, nell’ampliamento della rete viaria e nel monitoraggio intelligente del traffico significa alimentare il progresso. La sfida è ridurre la congestione, migliorare la sicurezza e abbattere l’impatto ambientale, per far sì che ogni viaggio – sia per vacanza o per lavoro – sia anche un tassello dello sviluppo economico del Paese.

In questo contesto il Sud può diventare centrale nei percorsi di sviluppo del sistema economico e sociale del Paese? Sicuramente si, soprattutto se guardiamo alla crescita e allo sviluppo delle infrastrutture stradali e alle innovazioni tecnologiche che le renderanno ancora più sicure e futuristiche. E se parliamo di Sud non possiamo non parlare della Sicilia che, in vista dell’avvio dei lavori del nuovo ponte sullo Stretto, potrebbe rappresentare un nuovo motore di ripresa e di sviluppo della nostra Italia.

In una nota diffusa nei giorni scorsi Confapi, la Confederazione Italiana delle Piccole e Medie Industrie Private italiane punta a sottolineare che il Ponte sullo Stretto è un’occasione per migliorare la mobilità e gli scambi commerciali e turistici, dando lavoro a numerose Pmi industriali, attrarre nuovi capitali e creare occupazione qualificata in un momento molto difficile della nostra economia. Ma potrebbe favorire l’aumento del Pil regionale del 7 per cento circa in 7 anni, circa 6 miliardi. Oggi, infatti, il Pil pro capite siciliano (18.300 euro), secondo Confapi, resta ben al di sotto della media nazionale (30.100 euro), così come il suo tasso di occupazione che insieme a quello della Calabria continuano ad essere tra i più bassi in Europa. (https://www.messinatoday.it/ponte-sullo-stretto-per-confapi-da-considerare-un-volano-per-sviluppo-economico-del-paese-13151943.html).

La rete stradale siciliana conta circa 20.000 km in tutta la regione, di cui circa 4000 di strade statali e autostrade gestite da Anas e si registra  uno dei tassi di motorizzazione più alti d’Italia, 72,7 auto ogni 100 abitanti. Un segnale che conferma la scelta e la dipendenza dal trasporto su gomma. Ma proprio con il Ponte all’orizzonte i prossimi anni promettono un cambio di passo, 11 miliardi di euro di investimenti in infrastrutture viarie, di cui 913 milioni solo per l’ A19 “Palermo-Catania” (https://ilsicilia.it/sicilia-isola-che-viaggia-a-meta-il-nodo-delle-infrastrutture-tra-ritardi-storici-e-nuove-promesse-di-sviluppo/).

Il traffico stradale è un fenomeno che ormai fornisce dati significativi sull’economia del paese e sulle abitudini degli utenti, ma è anche un settore della società in continua evoluzione e quindi da monitorare per favorire una maggiore vivibilità e comfort.

Di particolare interesse l’articolo pubblicato di recente sul Sole24 ore dall’Ingegnere e Architetto Carlo Ratti, professore presso il Mit di Boston e il Politecnico di Milano e nel  2025 direttore della Biennale Architettura di Venezia (https://www.ilsole24ore.com/art/strade-smart-perche-limiti-velocita-non-bastano-frenare-traffico-AHNy5neD). Ratti sottolinea, in riferimento ai limiti di velocità spesso imposti nei centri urbani, come la geometria stradale, la cultura e il clima modellano il nostro modo di guidare più delle leggi. Si possono utilizzare questi fattori per migliorare la gestione del traffico e progettare città più vivibili, inclusive e sostenibili. In sintesi, la progettazione urbana e delle infrastrutture stradali è più importante per regolare la vita delle città delle restrizioni del codice della strada.