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Briciole di pane

Aci, nel 2020 nonostante il lockdown 2395 morti

Roma e Milano le province che incidono maggiormente con costi sociali rispettivamente di 945 e 631 milioni di euro. In 17 province su 107 aumentano i morti rispetto al 2019

Nel 2020, sulle strade italiane, si sono registrati 118.298 incidenti con lesioni a persone (contro i 172.183 del 2019), che hanno causato 2.395 decessi (3.173 nel 2019) e 159.248 feriti (241.384 nel 2019). In media, rispettivamente, 324 incidenti (472 nel 2019), 6,5 morti (9 nel 2019) e 436 feriti ogni giorno (661 nel 2019).  
 
Nonostante la pandemia abbia per forza di cose ridotto il numero degli incidenti stradali, in 17 province su 107 la conta dei morti è aumentata. Lo rileva uno studio sugli incidenti stradali nel 2020 realizzato da Aci e Istat riportato dalle agenzie di stampa. 
Tra le Province in cui si è assistito a un incremento del numero delle vittime ci sono Oristano (+140%; 12 morti nel 2020, 5 nel 2019), Barletta-Andria-Trani (+120%; 22 morti nel 2020, 10 nel 2019) e Sud Sardegna (+76,5%; 30 morti nel 2020, 17 nel 2019). Inoltre, Oristano e Sud Sardegna portano la regione ad essere l'unica con un aumento di morti rispetto all'anno precedente. È andata meglio in provincia di Aosta, dove non vi è stato alcun decesso per incidente stradale; Vibo Valentia fa poi registrare un -77,8% (2 morti nel 2020, 9 nel 2019); Gorizia -70% (3 morti nel 2020, 10 nel 2019) e Trieste -66,7% (5 morti nel 2020, 15 nel 2019). In totale sono cinque le regioni che hanno totalizzato un decremento apprezzabile di decessi: Valle d'Aosta (0 decessi), Calabria (-41%), Basilicata (-38%), Emilia-Romagna (-37%), Friuli Venezia Giulia (-35%). Milano (-32 morti), Venezia (-31), Padova (-28), Roma (-27), e Torino (-26) le province dove sono state risparmiate più vite umane. Tra i Comuni capoluogo oltre a Roma (-27 come per la provincia), Ravenna (-14), Torino (-12), Cesena (-12). Incidenti in forte calo in alcune province della Lombardia, dove il lockdown è iniziato prima e la pandemia ha colpito più duramente: Milano, Como, Monza e Brianza (-41%), Bergamo (-39%), Pavia (-38%). A queste si aggiungono Avellino (-44%), Cagliari (-40%) e Siena (-39%).
 
I "costi socialì" degli incidenti stradali sono però proporzionali alla dimensione e alla gravità del fenomeno: Roma e Milano le province che incidono maggiormente su questo aspetto, rispettivamente con 945 e 631 milioni di euro, seguite da Napoli e Torino e con 377 e 370 milioni. Piacenza, Livorno e Genova sono invece le province con il maggior costo sociale rispetto alla popolazione, rispettivamente con 328, 317 e 315 euro per abitante. A livello territoriale, informa ancora il rapporto, sono state 37 le province che hanno raggiunto l'obiettivo EU 2020 per il dimezzamento dei morti sulle strade. Dal 2010 al 2020, complessivamente, si sono verificati 7.700 decessi in meno a causa di sinistri, distribuiti diversamente sul territorio nazionale. Sette le province, però, nelle quali il numero dei morti nel 2020 è più elevato rispetto al 2010: Lodi, Bolzano, Piacenza, Pistoia, Isernia, Trapani, Enna. In 16 province l'indice di mortalità - morti per 100 incidenti - è risultato più che doppio rispetto al valore medio nazionale (pari a 2,02): Sud Sardegna (7,8), Campobasso (6,8), Isernia (6,1), Oristano (5,8), Nuoro (5,8) le situazioni più critiche. Poi ci sono i casi di Gorizia, Milano, Genova, Savona, Prato, Rimini e Trieste dove viceversa gli incidenti sono risultati essere meno gravi. L'indice di mortalità, infatti, è inferiore ad 1 morto ogni 100 incidenti.