Al volante, con il cervello in modalità "On"
Ancora troppi morti e feriti sulle strade. Serve una maggiore educazione stradale

Morti che si sarebbero potute evitare. Che sprofondano nella disperazione tante persone, quelle che restano a piangere vite stroncate in un attimo. In queste ultime settimane la cronaca ha registrato numerosi decessi conseguenti a incidenti stradali. Distrazione, eccesso di velocità, la sicumera di pensare che le cose brutte accadano sempre ad altri sono un mix esplosivo. Poi lo schianto. Un black out totale. In una frazione di secondo si perde tutto. Il resto è il malinconico rituale di chi si affanna a prestare soccorso. Le sirene, i lampeggianti, gli sguardi dei soccorritori velati di tristezza. Tutto intorno i mezzi del pronto intervento e quelli delle Forze dell'Ordine, le ambulanze, gli sguardi degli altri automobilisti che rallentano, per curiosare, creando ulteriori situazioni di pericolo. Il pianto dei propri cari. Un dolore grande, così tanto che il cuore fatica a contenerlo.
Per chi si occupa di sicurezza stradale ogni sinistro rappresenta una sconfitta. Perché, sempre di più, l'attenzione degli enti gestori della strada è al massimo livello. L’obiettivo è garantire una viabilità sicura. Le arterie diventano Smart ma, a quanto pare, il problema maggiore continua a essere rappresentato da chi è al volante. Se non si cambiano gli atteggiamenti, se non si adotta uno stile di guida virtuoso e responsabile siamo sempre allo stesso punto.
Purtroppo, ogni anno, tanto per restare nel nostro Paese, muoiono oltre 3.000 persone e ne restano ferite più di 240.000. Numeri da sballo, che lasciano riflettere. Perché dietro dei numeri ci sono mamme, papà, figli. L'attività di prevenzione e repressione delle violazioni al Cds risulta insufficiente se non accompagnata da un'adeguata educazione stradale che, magari, ipotizziamo, dovrebbe diventare materia di insegnamento nelle scuole. L'intervento sanzionatorio, non supportato da iniziative collaterali, si rivela insufficiente. I dati Istat fotografano l'incidentalità e certificano una realtà preoccupante e dal costo sociale ed economico rilevante. L'azione di contrasto ai sinistri è una priorità che comporta pure l’adozione di nuove strategie comunicative e informative che dovrebbero superare i format, i claim e le storyboard fin qui utilizzati. Sono, probabilmente, opportuni spot più aggressivi, scioccanti, con immagini di forte impatto che significhino, senza tanti fronzoli, a quali rischi (mortali) si è esposti quando si guida senza prestare l’attenzione dovuta. Bisogna alzare il tiro, in maniera che soprattutto i teen-agers abbiano presente che quando si viaggia in macchina o in moto bisogna farlo cum grano salis. La strada è uno spazio condiviso, dove si incrociano persone e storie: per renderla sicura è necessario l’impegno di tutti.