Flash news Infrastrutture:
 
 

Briciole di pane

Allarme sicurezza per il patrimonio stradale nazionale

Produzione di asfalto ai minimi storici

Milano, 8 giugno 2012 – Il patrimonio stradale italiano, che per il solo manto superiore, cioè asfalto, misto cementato e strato stabilizzato, vale circa 1,27 miliardi di euro (stima inedita), si sta progressivamente e pericolosamente deteriorando. Con conseguenze molto gravi per la sicurezza dell'intera collettività nazionale. Il Siteb, l'associazione che in Italia rappresenta l'intera filiera dei lavori stradali, lancia un nuovo allarme sullo stato di salute della rete viabilistica nazionale, in particolare per le strade statali, regionali, provinciali e comunali.
I lavori di costruzione e manutenzione delle strade - denunciano le imprese del settore - hanno raggiunto il minimo storico degli ultimi 20 anni. Secondo i dati dell'associazione, la produzione di asfalto è passata in pochi anni dai 44-45 milioni di tonnellate annui che il Paese utilizzava per tenere in sicurezza la pavimentazione stradale, ai 29 milioni registrati nel 2010 e nel 2011; e la situazione sta ulteriormente peggiorando in questo primo semestre del 2012, anno per il quale si stima che la produzione di asfalto si fermerà a circa 27 milioni; Siteb stima oggi in 40 milioni di tonnellate la produzione di asfalto necessaria a tenere in sicurezza le nostre strade.
«Il valore complessivo dei manti delle strade italiane, estese per oltre 850mila chilometri - afferma uno studio del Siteb, che Il Sole 24Ore ha potuto consultare in esclusiva - ammonta a circa 1.272 miliardi. La perdurante assenza negli ultimi anni di investimenti da parte di amministrazioni centrali e locali per un'adeguata manutenzione delle strade rischia di compromettere seriamente un patrimonio tra i più significativi del nostro Paese e di condannare un settore che conta 4mila imprese, 50mila addetti con un indotto di 500mila lavoratori e che è già in grave crisi a causa dei ritardati pagamenti della Pa, dei costi della burocrazia e della stretta creditizia».
Mentre tutte le altre nazioni europee - prosegue lo studio - hanno sviluppato moderne infrastrutture stradali, nel nostro Paese le arterie autostradali sono aumentate di soli 187 chilometri in 14 anni. La condizione della restante rete è insoddisfacente e tale da non garantire i minimi requisiti di sicurezza.
«Dopo aver accolto negli scorsi mesi con fiducia - osserva Carlo Giavarini, presidente del Siteb - gli annunci del ministro Corrado Passera che aveva previsto il rapido avvio di un piano di ammodernamento infrastrutturale nazionale, le nostre aziende sono ancora oggi in attesa di misure concrete volte alla realizzazione di un serio programma per rimettere in sicurezza le nostre strade attraverso attività di manutenzione programmate, che negli ultimi anni sono state tenute sotto la soglia minima di garanzia».
Il riammodernamento della rete stradale costituisce una sfida ineludibile per avviare la ripresa e ridurre gli ostacoli alla competitività del Paese. L'elevato numero di incidenti, provocati anche dallo stato di malessere delle strade, si traduce ogni anno in circa 170mila ricoveri ospedalieri e in oltre 600mila richieste di intervento ai pronto soccorso. Considerando le invalidità, le giornate di lavoro perse, i ricoveri e altre relative voci di costo, il conto economico complessivo è di circa 40 miliardi di euro l'anno. A ciò vanno aggiunti gli oneri per i contenziosi con le amministrazioni citate in giudizio. Un costo non più sostenibile e che potrebbe essere drasticamente ridotto mediante una corretta programmazione di interventi biennali in grado di mantenere alto il valore del patrimonio stradale, favorire la sicurezza degli utenti, ridurre i costi ed evitare anche le spese legali a carico delle amministrazioni.

Marco Morino (Il Sole 24 Ore)