Attraversamenti pedonali, gli automobilisti li snobbano
Il monitoraggio dell'Asaps evidenzia questa ennesima criticità
Roma, 12 gennaio 2015 – Chi è al volante ha un rapporto conflittuale con gli attraversamenti pedonali. Questo, nonostante gli sforzi degli enti proprietari di strade per migliorare la segnaletica verticale, orizzontale, luminosa e complementare. Sembra, sotto questo aspetto, di avere a che fare con un atteggiamento radicato a fondo nella psicologia dell’automobilista: il pedone è percepito, di fatto, come un trascurabile intralcio. Lo conferma un recente monitoraggio svolto dall'Asaps - Associazione amici della polizia stradale - che ha interessato cinque capoluoghi di regione.
A Milano, quando si sono trovati di fronte a un impianto semaforico pedonale, si è fermato il maggiore numero di automobilisti (72%); segue Firenze, con il 68%; Palermo, 66%; Napoli, 59%; Roma, fanalino di coda, con il 45%. Più basse le percentuali di automobilisti “virtuosi” se si analizzano i dati della precedenza interessanti gli attraversamenti pedonali “zebrati”, quelli non regolati da semaforo: a Milano soltanto il 22% dei conducenti si è fermato; a Firenze e Napoli, il 18%; a Roma, il 15%; a Palermo, il 12%.
“La classifica - evidenzia Giordano Biserni, presidente dell’Asaps - sia ben chiaro, non è affatto positiva per nessuna delle città coinvolte e nemmeno se differenziata per tipologia di attraversamento (cioè se regolato da semaforo o meno), basti notare le percentuali dei conducenti che non si sono fermati davanti a un pedone. Nel complesso solo 790 conducenti su 2000 attraversamenti registrati si sono fermati”. A quanto pare, non incute preoccupazione la sanzione amministrativa, prevista dal Codice della Strada, che parte da 162 euro, con la decurtazione di 8 punti dalla patente.
Risultato: questo errato atteggiamento di guida ha conseguenze tragiche a causa dei frequenti investimenti. Si pensi solo, per dare un ordine di grandezza al fenomeno, che nel 2013 si sono contati 549 morti e 21.234 feriti. Quasi un terzo travolto proprio sugli attraversamenti protetti. La cronaca dei mass-media rilancia con preoccupante frequenza questi episodi ma, a quanto pare, le cattivi abitudini (di guida) risultano difficili da modificare. Il pedone nel nostro Paese, come si diceva, è spesso percepito alla stregua di un intruso, e non quale “soggetto” della circolazione stradale portatore dei relativi diritti. Un’evidente mancanza di senso civico.
Il legislatore, a livello nazionale ed europeo (e i comuni nell’ambito delle loro competenze e disponibilità economiche) tenta di metterci “una toppa” ben sapendo, comunque, che per elevare lo standard di sicurezza stradale bisogna prevenire e reprimere le condotte di guida spericolate. Tanto più pericolose se attuate all’interno delle aree metropolitane. Confidiamo, ovviamente, che il futuro sia sempre più caratterizzato da Smart cities dove diligenti Smart driver abbiano atteggiamenti più rispettosi nei confronti della cosiddetta “utenza debole”. Ma basterebbe dire: l’abitudine al rispetto delle regole.