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Briciole di pane

Auto: verso un Codice della Strada 2.0, snello e semplificato

Previste sanzioni durissime per chi provoca incidenti mortali in stato di ebrezza o sotto effetto di droghe

Roma, 3 ottobre 2013 - L’Italia è una repubblica fondata sull’automobile. E come un’automobile, se si ferma troppo a lungo si rovina. Queste le parole ad effetto del presidente dell’Automobile Club d’Italia, Angelo Sticchi Damiani, nel corso della 68a Conferenza del Traffico e della Circolazione oggi a Roma. A sostegno della sua tesi, ecco i dati snocciolati: “l’auto è usata quotidianamente da 34 milioni di persone solo nel nostro Paese, che è primo in Europa nel rapporto auto/abitanti con 60 veicoli ogni 100 persone; l’auto dà lavoro a 1.200.000 italiani, produce più dell’11% del Pil e contribuisce per oltre il 16% al gettito fiscale nazionale con quasi 60 miliardi di euro”.

“L’automobile vive però un periodo di profonda crisi – ha continuato Sticchi Damiani – e ciò contribuisce ad appesantire il quadro socio-economico di un Paese che non riesce a sfruttare una delle sue leve principali per rilanciarsi. Due i fattori che frenano l’auto e quindi l’Italia: l’eccessivo carico fiscale sulle quattro ruote e la giungla normativa che spaventa chi vuole comprare, utilizzare o conservare un veicolo”.


La giungla normativa del codice della strada

L’attenzione è focalizzata soprattutto sulla complessa mole di leggi e disposizioni che regola l’uso quotidiano dell’automobile. Il principale testo di riferimento è il Codice della Strada, in vigore dal 30 aprile 1992, modificato 70 volte e oggi composto da 245 articoli, a cui si aggiungono i 408 del regolamento di esecuzione e 19 appendici.

L’Automobile Club d’Italia da tempo sollecita una semplificazione e lo ha ribadito quest’oggi. Governo e Parlamento negli ultimi tempi si sono attivati per una rivisitazione omogenea delle regole della strada. Il 26 luglio scorso il Consiglio dei Ministri ha approvato un disegno di legge delega per varare entro 18 mesi la riforma del Codice della Strada, con il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Maurizio Lupi, impegnato in prima persona.

Posizione ripercorsa oggi dal sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti Erasmo D'Angelis, con deleghe alla sicurezza stradale e alla Riforma del Codice della Strada, che intervenendo alla Conferenza ha dichiarato: “Sarà quasi un Codice 2.0, più chiaro e leggibile, che tutelerà finalmente gli utenti deboli della strada come pedoni e ciclisti, consentirà sanzioni durissime per chi provoca incidenti mortali in stato di ebrezza o sotto effetto di droghe, anche con la patente ritirata fino alla sentenza definitiva del Giudice, garantirà sicurezza con norme sui veicoli, strade e comportamenti di chi guida.

Molte le novità – ha continuato D'Angelis – dal patentino a punti per i minori di 18 anni su scooter o veicoli a bassa cilindrata ai maggiori controlli su strada, dalla semplificazione della burocrazia alla prevenzione dei rischi”.

"Lavoriamo insieme al Parlamento – ha concluso D'Angelis - per arrivare alla Riforma in tempi brevi.


Il tema degli incidenti stradali

Il nuovo Codice della Strada non risponde solo ad un problema di infrazioni (gli automobilisti hanno speso nel 2012 oltre 2,5 miliardi di euro in multe), ma più in generale a un’emergenza culturale che deve trovare soluzione: i comportamenti scorretti al volante hanno provocato oltre 184.500 incidenti stradali solo l’anno scorso, per un totale di 3.650 morti e 260.500 feriti.

“E’ un obbligo morale prima che politico – ha ribadito il sottosegretario – fermare le stragi sulle nostre strade. E’ positivo il dimezzamento di morti e feriti negli ultimi dieci anni, dovuto anche a controlli e alcoltest, ma negli stessi anni per incidenti stradali in Italia sono morte 63.941 persone con 3.918.352 feriti e invalidi, con costi umani e sociali elevatissimi e una spesa sanitaria per il solo soccorso per oltre 600 milioni l’anno. E’ come se fosse sparita una città come Siena o Savona e feriti tutti gli abitanti di Roma".


Le nuove norme

Sarà operativa la norma che prevede che il 50% dei proventi derivanti dalle multe sia investito per la sicurezza stradale e per interventi urbani che favoriscano la nuova mobilità come aree 30 km/h, zone pedonali e piste ciclabili, interventi per la sicurezza in particolari condizioni meteorologiche.

Per i ciclisti scatteranno anche doveri come la conoscenza del Codice che verrà diffuso anche agli acquirenti di biciclette e l’utilizzo di sistemi di segnalazione e visibilità soprattutto notturni.

Per evitare le tragedie dell'incidentalità da distrazione - che resta la prima causa di incidenti, spesso mortali - aumenteranno sanzioni e controlli e partirà un’ampia campagna di comunicazione e formazione dedicata soprattutto a giovani e anziani e che avrà come slogan "Sulla buona strada".

Anche il testo risponderà dal punto di vista lessicale alle nuove esigenze dei cittadini, delle città e della circolazione stradale. Verranno eliminate parole ottocentesche come "velocipede”.
 

I tempi

Nel corso della Conferenza di oggi è stata approvata una risoluzione che sprona Governo, Parlamento e tutte le istituzioni a completare la stesura e l’approvazione del nuovo Codice della Strada entro il 2014.

 

Manuela Zucchini