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Briciole di pane

Da Airbus la scatola nera di nuova generazione

Il nuovo dispositivo in grado di auto-espellersi consentirà di facilitarne il ritrovamento e di conoscere più in fretta le cause degli incidenti aerei

Arriva dall’Europa il progetto della scatola nera di nuova generazione. Un nuovo rivoluzionario dispositivo è stato progettato per essere espulso dall’aeromobile in caso di impatto, di inabissamento o di qualunque tipo di deformazione grave della cabina. L’installazione è prevista sugli aerei civili nel prossimo futuro e consentirà di facilitare il ritrovamento del registratore contenente i dati di volo e quindi di conoscere più in fretta le cause degli incidenti aerei.

Ad annunciarlo è Airbus, il costruttore di aerei civili per eccellenza, che sta studiando un sistema di registrazione dei dati di volo che non sostituirà gli attuali, ma si aggiungerà agli stessi. Si tratta di un sistema più complesso e avanzato, in grado di auto-espellersi dall’aeromobile in caso di necessità. Sarà installato nella parte posteriore della fusoliera degli aerei a lungo raggio che sorvolano vaste aeree di oceano. E’ per questo che la nuova scatola nera una volta espulsa dall’aereo è equipaggiata per poter galleggiare e fornita di un sistema di localizzazione.

Lo studio è stato condotto in modo da allontanare le paure delle compagnie aeree, infatti l’espulsione avverrà solo in casi specifici come ad esempio l’inabissamento dell’aereo per almeno 6 piedi sotto l’acqua (circa un metro). Saranno da escludere anche eiezioni fortuite dovute a gravi turbolenze o atterraggi bruschi perché il sistema di eiezione si azionerà solo in caso di deformazioni gravi della cabina, per mezzo di una molla e non tramite detonazione.

In un mondo in cui l’aviazione civile utilizza metodi di controllo dei voli sempre più scrupolosi e i dati informatici possono fornire a terra contemporaneamente moltissimi parametri, è ancora utile la scatola nera? “Più l’aereo è digitalizzato” sostiene Christine Negroni, esperta di sicurezza aerea “più le informazioni sono preziose”. Negroni è stata tra i principali investigatori del mistero del volo MH 370 di Malaysian Airlines, inabissatosi nell’Oceano Indiano e scomparso nel nulla, le cui ricerche sono costate 150 milioni di dollari. Per l’esperta quell’incidente è un esempio di come tutti i dati che si possono raccogliere via satellite non potranno mai sostituire la scatola nera e conclude con un esempio “Io conservo tutti i miei dati nel cloud, ma per precauzione ho anche un disco rigido portatile”.

I dati impressi nel nuovo registratore di volo conterranno 25 ore di informazioni e saranno installati nei nuovi Airbus A350 a partire dal 2019 per poi essere montati sull’intera gamma.

Daniele Garzia

  Repubblica.it